Più tasse su case, calcio e bot Le grandi idee dei giovani Pd

Le grandi idee dei giovani democratici Vogliono aumentare l'Imu all'11,6 per mille, innalzare l'imposta di bollo dallo 0,15 allo 0,25% e imporre un tributo del 15% sulla vendita dei giocatori

Più tasse su case, calcio e bot Le grandi idee dei giovani Pd

Giovanissimi, almeno per i canoni italiani (non siamo mica in Austria dove un ministro agli esteri under 30 non fa scandalo). Renziani, quindi innovatori e modernisti. Eppure il vizio delle tasse non l'hanno ancora rottamato e muovono i primi passi nelle sessioni di bilancio proponendo imposte su internet, case, Bot e persino sui calciatori.
La nuova leva del Pd è già qui. Una pattuglia c'è ed è sempre più attiva in Parlamento. In teoria, avrebbe tutte le carte in regola per interpretare il nuovo corso della sinistra.

Prendiamo Edoardo Fanucci. «E chi è?», chiedeva ancora ieri un poco accorto esponente della vecchia guardia democratica. Deputato emergente, un eretico spuntato da quel fortino sempre più scalcagnato che sono le regioni rosse. Toscanissimo e bocconiano, ex vicesindaco di Montecatini terme. Renziano, salito sul carro dell'attuale segretario Pd quando era ancora vuoto. In piene primarie parlamentari, che vinse a 29 anni, sfidò i dogmi di partito dicendo che anche lui, come Renzi, sarebbe andato ad Arcore a incontrare Silvio Berlusconi. Dal Cavaliere senza paraocchi ideologici, ma «solo per amore» della sua città.

Curriculum perfetto, peccato gli sia toccato salire agli onori delle cronache per una cosa non è una tassa, ma comunque si chiama «tax». È infatti sua la prima firma sulla «Google tax» o meglio «web tax», passata in commissione Bilancio del Senato, tra i mugugni dei suoi (più anziani) compagni di partito, ma con un'ampia maggioranza. L'intento è dei migliori, riportare fatturato che nasce in italia al fisco italiano, evitando che l'acquisto di servizi via web sia tassato in paesi con un fisco più ragionevole del nostro. «Non è una tassa - spiega - vogliamo ricavare gettito da chi fattura nei paradisi fiscali, come le multinazionali digitali, e destinarlo alla riduzione del cuneo fiscale. Sono compagnie che in Italia non hanno dipendenti e qui addirittura finiscono in credito in imposta. Per quale motivo le multinazionali del web che operano in Italia non dovrebbero essere sottoposte a tassazione?».

A ben vedere non c'è solo quella di tasse nel paniere di emendamenti alla legge di Stabilità che ha presentato. È sua la proposta democratica di portare l'imposta di Bollo sugli investimenti, quindi compresi i titoli di Stato al 2,5 per mille (ora tramontata). Sua anche una proposta che propone di riportare all'11,6% il limite massimo alla somme delle aliquote Imu e Tasi sulle seconde case rispetto al testo della legge di stabilità che lo fissa al 10,6%. Serve, spiega, a dare respiro ai sindaci che vogliono applicare detrazioni all'imposta che si applica alla prima casa.

Altro caso precoce di tassa renziana è emerso ieri. Emendamento approvato dalla commissione bilancio di Montecitorio e firmato da altri due giovani democratici. Antonio Castricone e Stefania Covello, entrambi renziani, abruzzese il primo, calabrese la seconda. Si sono posti come obiettivo quello di stanare l'evasione fiscale che si nasconde nella transazioni che riguardano gli atleti professionisti, dunque soprattutto i calciatori a cui di solito vanno i compensi più elevati. E per farlo propongono, guarda caso, una tassa. In sostanza, hanno spiegato, «il nostro emendamento, che impone di tassare una percentuale pari al 15% dell'importo derivante dalla compravendita degli atleti, ha lo scopo di far emergere utili spesso nascosti al fisco e dunque incrementare il gettito fiscale.

Con questa norma sarà da oggi possibile la diminuzione degli inevitabili contenziosi fiscali tra atleti e l'amministrazione finanziaria ai quali in passato, purtroppo, siamo stati abituati». Toni nuovi, ricette già sentite. Per rottamare il vizio di alzare le tasse, forse bisognerà aspettare un'altra generazione.

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