Solo, abbandonato e rinnegato. Antonio Di Pietro ha fatto una brutta fine. Le intemerate e gli attacchi contro il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano hanno scavato un solco troppo profondo. Tra lui e Bersani ormai la frattura è insanabile, nonostante l'ex pm lasci sempre qualche spiraglio aperto.
Ma per il segretario democratico, ormai Tonino è lontano anni luce dal Pd. Così lontano che alla festa del Pd Bersani ha invitato tutti (ma proprio tutti) fatta eccezione per lui. Dal 25 agosto al 9 settembre a Reggio Emilia i democratici faranno festa. Ci saranno politici, sindacalisti, componenti del governo di Monti (forse lo stesso premier passerà alla kermesse) e vip. Tutti hanno ricevuto la cartolina di invito con il logo del Pd, ma Di Pietro no.
Difficile pensare a un disguido postale. La verità è che la linea dura del leader dell'Italia dei valori è fuori dai binari democratici. Se a ciò si aggiunge che l'idea di Bersani è quella di organizzare una festa democratica di governo, ecco che allora Di Pietro appare proprio fuori luogo.
Sul palco di Reggio Emilia saliranno Casini e Vendola, ma anche Angelino Alfano, i segretari di Cgil, Cisl e Uil, i sindaci arancioni De Magistris, Pisapia, Doria e Zedda nonché i ministri di Monti.
Gli organizzatori hanno pensato pure al lato golardico e hanno invitato Roberto Benigni. Per Di Pietro invece è finito il tempo degli allori. Fino all'anno scorso osannato e considerato una super-star alle feste del Pd, oggi relegato nell'oblìo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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