Priebke, l'avvocato sfida la Curia romana: "Pronto a celebrare i funerali per strada"

Braccio di ferro su funerali e sepoltura. Il sindaco Marino dice "no" alle esequie: "Il prefetto si opponga alla tomba". Ma la Bonino: " La legge va rispettata"

Priebke, l'avvocato sfida la Curia romana: "Pronto a celebrare i funerali per strada"

Continua il braccio di ferro sulla salma dell'ex capitano delle SS Erich Priebke. Non lo vuole il Vicariato, non lo vuole il Comune di Roma, non lo vuole nemmeno la comunità di Bariloche, in Argentina. E sui funerali, che dovrebbero essere celebrati martedì prossimo, rischia di aprirsi un durissimo scontro. Dopo che il Vicariato di Roma ha fatto sapere che le esequie non saranno celebrate in una chiesa della Capitale, il legale del nazista morto venerdì scorso all'età di cento anni è ben determinato a dare battaglia. "Non mi risulta che la Curia abbia negato i funerali per Priebke - ha assicurato l'avvocato Paolo Giachini - ma sono pronto a celebrarli in strada se questo dovesse succedere".

Dove saranno celebrati i funerali di Priebke? E, soprattutto, dove sarà sepolto il cadavere dell'ex gerarca nazista? Già all'indomani della morte, avvenuta nell'appartamento romano dove Priebke stava scontando gli arresti domiciliari, la polemica è scoppia violentemente. Il sindaco di Roma Ignazio Marino si è già messo al lavoro per evitare che sia la Capitale a ospitare la salma. "Il Consiglio comunale non può dare un voto contrario rispetto a una richiesta - ha spiegato - il sindaco però può rivolgersi, se ha preoccupazione per l’ordine pubblico, al prefetto e una ordinanza del prefetto vince su qualunque altra normativa". Prima della sepoltira, però, la città deve affrontare il problema delle esequie. La Curia di Roma si è infatti dimostrata contrarsi a celebrarle all'inetrno di una chiesa. Dal canto suo la parrocchia, dove abitava Priebke, non ha ancora ricevuto la richiesta. "Ci rivolgeremo alla Curia o alla parrocchia di Priebke - ha spiegato il legale dell’ex ufficiale delle Schutzstaffeln - alcune chiese di tutta Italia ci hanno offerto i funerali ma credo che saranno comunque a Roma". Giachini ha più volte assicura di non avere alcuna intenzione di celebrare una cerimonia politica. Tutto sarà fatto con estrema riservatezza. "Priebke è stato portato a Roma non di sua volontà ed è morto qui - ha continuato l'avvocato - Roma avrebbe il dovere di ospitarlo ma noi non vogliamo creare imbarazzi a nessuno, nonostante in tanti ci abbiano offerto una tomba al Verano". Anche il ministro degli Esteri Emma Bonino ha duramente contestato la posizione del Comune di Roma invitando a rispettare la legge. "Se non ci piace la legge si prenda il coraggio di cambiarla - ha tuonato la Bonino - ma dopo aver criticato le leggi ad personam, vorrei evitare le eccezioni ad personam".

Per gli ebrei della Capitale un'eventuale sepoltura a Roma sarebbe vissuta come un vero e proprio sfregio. La linea della comunità ebraica è, infatti, in sintonia con quella del Vicariato. "La decisione presa è unica nella storia", ha precisato il presidente della comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici invitando a "non rimanere indifferenti davanti alle tragedie umane". "Non si può essere antisemiti se cattolici - ha tuonato Pacifici - la storia ci insegna che le tombe dei criminali diventano meta di pellegrinaggi, non vivrei serenamente sapendo che la tomba di Priebke è Roma. Se fosse cos, nella stessa città dove c'è stata la tragedia delle Fosse Ardeatine, sarebbe inqualificabile". E a dire, con tono pacato, "Priebke qui a Roma non lo vogliamo" è Giulia Spizzichino, anche se una volta uscite dalla sua bocca quelle parole si trasformano in un grido disperato per dire no alla tomba dell’ex capitano delle SS. Lei, ebrea di 86 anni, che ha vissuto sulla sua pelle la crudeltà nazista. Lei che ha avuto la famiglia sterminata sia ad Auschwitz che alle Fosse Ardeatine. Lei, che una volta saputo dove l’ex ufficiale nazista si nascondeva, è volata in Argentina a Bariloche per cercare di assicurarlo alla giustizia e perorare la causa della sua estradizione. Giulia ne ha di motivi per essere indignata. "Pure i funerali a Roma? Eh ma immaginavo che lo avrebbero mollato qui - commenta - In Argentina mica lo vogliono. Ora il rischio è che abbia anche una tomba a Roma e che questa diventi un luogo di pellegrinaggio. Come è stato per Mussolini".

E proprio non ci sta all’idea che quell’uomo, che mai ha rinnegato la sua fede nella croce uncinata, possa riposare sotto la terra della Capitale. Una città che tanto ha sofferto per le barbarie naziste e dove le ferite sono ancora aperte.

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