Chi ha più bisogno di un mutuo agevolato per la prima casa, una ragazza madre che, da sola, deve crescere un bambino, o una coppia gay che vuol coronare il proprio sogno d'amore? La donna con neonato a carico, dice il buon senso. La coppia omosessuale, risponde invece la sinistra radical chic. Che nella Sicilia guidata da Rosario Crocetta, governatore gay dichiarato, fa il colpaccio: mutui agevolati alle coppie di fatto e quindi a i gay. Riflettori assicurati e pazienza per le famiglie etero, anche se regolarmente sposate e magari numerose. Non sia mai che si discriminino gli omosessuali, che far leggi ad hoc per loro va di moda.
«Ma l'impresa eccezionale dammi retta è essere normale», cantava Lucio Dalla, un omosessuale che non nascondeva il suo essere gay ma che non amava nemmeno ostentarlo. Ed è davvero diventata un'impresa, quasi una colpa, far parte di quella maggioranza di eterosessuali che credono nella famiglia come tradizione e Chiesa la disegnano, che magari si sposano, che generano anche dei figli. Se c'è qualcuno da discriminare e un governo di sinistra, ecco che loro sono in prima fila. Vale in Sicilia per i mutui come a Milano per i criteri di assegnazione delle case popolari che finiscono col favorire gli immigrati, altra minoranza cara alle amministrazioni rosse. Prendiamo appunto la Sicilia. Il governatore Crocetta, da un po' di tempo, è in affanno, il suo smalto da un po' si è sbiadito, la ribalta nazionale lo ha abbandonato. Come riconquistare riflettori e visibilità? Ma che domande, usando i gay come spot. Detto fatto, in due articoli della finanziaria siciliana ecco che spunta la formula magica: coppie di fatto. A loro, se iscritte da almeno un anno al registro delle unioni civili, si estende la possibilità di accedere ai mutui agevolati per la prima casa; a loro si allargano anche tutti i benefici per le famiglie previsti dalle norme siciliane. Si dice coppie di fatto, ma si legge omosessuali. E, infatti, Crocetta esulta: «Siamo i primi in Italia, ora renderemo obbligatori i registri delle unioni civili in tutta la Sicilia, l'Italia è l'unico Paese europeo avanzato che non ha una disciplina avanzata su coppie di fatto e gay. È un fatto di civiltà, e se non si fa si escludono delle persone dai diritti». Quello su cui Crocetta glissa è che lo stanziamento per questa novità è di appena tre milioni di euro. E dimentica anche di dire che, allargando a coppie di fatto, gay inclusi, la possibilità di accedere al diritto, il risultato sarà che ci saranno pochi spiccioli per tutti, soprattutto per le coppie sposate. Insomma, un mezzo bluff. Con l'aggravante che per garantire il diritto di pochi si discrimina la maggioranza. E che di pochi si tratti, non in Sicilia ma in Italia, lo dicono i numeri: i registri delle unioni civili, istituiti in 137 Comuni, sono stati un flop, appena 2mila persone, in tutta Italia, si sono iscritte sino allo scorso giugno. E tra gli iscritti le coppie gay non sono nemmeno la maggioranza.
Intendiamoci, nulla contro coppie di fatto e omosessuali. Ognuno in casa sua, nel suo letto, si regola come crede, e ben vengano provvedimenti legislativi che diano garanzie giuridiche e di tutela dei diritti a queste persone. Ma un conto è la libertà di tutti, altro è la discriminazione alla rovescia delle famiglie «regolari» che sembra diventato il leit-motiv degli amministratori di sinistra.
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