Salta la prima testa di quella catena di comando che ha provocato il pasticcio del caso Kazakistan (l'espulsione super veloce di una donna e di sua figlia ricercate da quel Paese). Alfano, nella qualità di ministro degli Interni, ieri ha accettato le dimissioni del suo capo di gabinetto e in Parlamento ha letto la relazione-ricostruzione di Alessandro Pansa, capo della polizia. Dalla quale emerge che né lui Alfano né altri ministri erano stati messi a conoscenza dei fatti. Il governo fa quindi quadrato attorno ad Alfano e il Pdl, giustamente, avverte che di toccare il ministro non se ne parla.
C'è una tale sproporzione tra la vicenda in sé e la smania rabbiosa di portarla sul piano politico che qui gatta ci cova. E il gatto - tanto per stare in analogie animalesche - ha pure un nome: Matteo Renzi e chi ci sta dietro (già, chi ci sta dietro oltre lo sponsor ufficiale La Repubblica?). Non a caso, e non si capisce a che titolo visto che di professione fa (male) il sindaco di Firenze, ieri sera il bello della sinistra ha chiamato in causa anche il premier Enrico Letta: voglio che vada in aula - ha detto - a dare anche la sua versione (traduco: non mi basta Alfano, voglio vedere nella cacca anche Letta). Se pensiamo che poche ore prima Renzi aveva dichiarato che «il governo Pdl-Pd non durerà», direi che le ipotesi sono due. O Renzi è un Caino che vuole uccidere suo fratello Letta-Abele, preferito da Dio-Napolitano per palazzo Chigi (cioè siamo di fronte a un caso di vendetta personale di un ragazzino megalomane), oppure il partito di Renzi ha deciso di sferrare l'assalto finale al Pd. Come? Facendo cadere il governo e tornando alle urne al più presto. E per farlo usa questa storiella un po' triste e un po' imbarazzante che la grancassa mediatica anti governo larghe intese non a caso sta tentando di spacciare come uno scandalo internazionale.
E chissà che qualche manina occulta non ci abbia messo del suo
nel costruirla ad arte per poi servirla cotta e mangiata alla mensa frequentata da chi vuole ribaltare il risultato elettorale (cioè Berlusconi e Pdl fuori dai piedi). Possibile? Non ci vorranno troppi giorni per capirlo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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