Renzi scatena l'ira dei bersaniani: "Ha la stessa ricetta del Cav"

Renzi: "Decidete, la Chiesa ha fatto prima". Il Pd infuriato. E Napolitano difende Bersani: "Non stiamo perdendo tempo"

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il sindaco di Firenze Matteo Renzi
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il sindaco di Firenze Matteo Renzi

Pier Luigi Bersani e compagni non l'hanno presa affatto bene. Non è piaciuto lo strappo di ieri, non è piaciuta l'intervista al Corriere della Sera in cui dà l'ultimatum ai vertici del Pd, non sono piaciuti i continui attacchi tesi a delegittimare la leadership del segretario. Matteo Renzi ha deciso che non starà più a guardare. In ambienti a lui vicini si parla una "Lista nazionale" in via di costruzione. Una lista che vada oltre la destra e la sinistra. "Decidetevi, sono passati più di 40 giorni dalle elezioni - ha tuonato anche oggi il sindaco di Firenze - quando si è votato ancora non c’era la sede vacante in Vaticano. Persino la chiesa che non è un modello di speditezza è riuscita a organizzarsi velocemente. Con il sistema politico che abbiamo non abbiamo ancora capito chi ha vinto o perso le elezioni".

Da quaranta giorni Bersani va in giro a ripetere sempre gli stessi discorsi: dice "no" alla grande coalizione, si oppone strenuamente alle elezioni anticipate e spera ancora che il Movimento 5 Stelle cambi idea e gli dia i voti necessari a formare un governo. Intanto la recessione economica peggiora, i tecnici alzano le tasse e non risolvono il nodo sui debiti contratti dalla pubblica amministrazione con le imprese. Proprio per questo, Renzi ha rotto gli indugi e ha chiesto ai vertici del Partito democratico di fare la propria parte per dare al Paese un governo: "Il Pd deve decidere: o Berlusconi è il capo degli impresentabili, e allora chiediamo di andare a votare subito; oppure è un interlocutore perché ha preso dieci milioni di voti". Il sindaco "rottamatore" non le ha certo mandate a dire a Bersani e lo ha apertamente accusato di "farsi umiliare andando in streaming a elemosinare mezzi consensi" ai Cinque Stelle che "hanno dimostrato tracotanza e arroganza" nei nostri dei democratici. La "ricetta" di Renzi, che a molti è suonata come una sorta di ultimatum, non è certo piaciuto ai vertici del piddì vicini al segretario.

La prima a tuonare contro il sindaco di Firenze è Alessandra Moretti che, ai microfoni di Tgcom24, ha spiegato che andare in giro a evocare le urne è da "irresponsabili". La "voce" di Bersani non è certo l'unica a passare al contrattacco. Tutti i "vecchi" soloni di via del Nazareno fanno quadrato attorno al segretario. "Il popolo degli elettori del centrosinistra non potrebbe mai comprendere la proposta di Renzi", ha spiegato il senatore Ignazio Marino. Le dichiarazioni anti Renzi sembrano fatte col copia incolla. E si succedono una dopo l'altra. Mentre Beppe Fioroni lo accusa di aver rilasciato "un'intervista sconsiderata", Davide Zoggia della segreteria nazionale Pd lo taccia di disosnestà intellettuale: "Se Renzi vuole governare con il Cavaliere si accomodi". "L’alternativa tra governissimo col Pdl o voto - avverte Zoggia - è la proposta che Berlusconi ossessivamente lancia dal primo giorno". Immediata la replica del sindaco di Firenze ai compagni in affanno: "Sembra che la competizione faccia paura, ma non è così, la competizione è bellezza".

Il battibecco ha, però, indispettito il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, nel pomeriggio, è saltato al collo del sindaco. "Io personalmente non credo che si stia perdendo tempo", si è limitato a chiosare. Poche parole che, però, devono essere come una vera e propria sponda per Bersani che da giorni tira a campare.

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