"Fassina chi?". Per questa frase pronunciata da Matteo Renzi, Stefano Fassina ha lasciato la poltrona di viceministro all'Economia. Solo "una battuta", la definisce oggi il segretario del Pd, chiedendo al "giovane turco" di spiegare le sue motivazioni politiche.
"Se - in questi tempi di crisi - si dimette per una battuta, mi dispiace per lui", ha detto Renzi parlando delle dimissioni di Fassina, "Se si dimette per motivi politici, grande rispetto: ce li spiegherà lui nel dettaglio alla direzione Pd già convocata per il prossimo 16 gennaio raccontandoci cosa pensa del Governo, cosa pensa di aver fatto, dove pensa di aver fallito. Lo ascolteremo tutti insieme con grande attenzione, così fa un partito serio".
Renzi ribadisce di rispondere solo ai suoi elettori. "Meno di un mese fa tre milioni di italiani hanno chiesto al PD coraggio, decisione, scelte forti. Hanno chiesto di cambiare verso. Stiamo cercando di rispondere a questa richiesta così forte dettando l'agenda alla politica: legge elettorale, riforme costituzionali, interventi per il lavoro perché se non cresce l'occupazione andiamo tutti a casa, grandi iniziative su Europa e Scuola, tagli di un miliardo ai costi della politica. Lo facciamo perché ce l'hanno chiesto i cittadini, lo dobbiamo a loro". E sottolinea di non aver mai avuto una "visione padronale del partito", come lo accusa Fassina: "Non me ne ero accorto quando si trattava di confermare i capigruppo o di scegliere il presidente dell'assemblea o di tenere aperta la segreteria anche a persone non della maggioranza". E accusa: "Certo, a differenza di quello che avrebbe fatto la politica tradizionale il primo mio gesto non è stato chiedere il rimpasto, come Fassina mi ha chiesto su tutti i giornali. Continuo a non chiederlo perché la preoccupazione del PD sono gli italiani che non hanno un posto di lavoro, non i politici che si preoccupano di quale poltrona possa cambiare. Sono i problemi dell'Italia che interessano al mio PD, non i problemi autoreferenziali del gruppo dirigente".
Il Rottamatore avvisa anche media e avversari: "Quanto a me, non cambierò il tono
dei miei incontri con la stampa. Mai. Non diventerò mai un grigio burocrate che non può scherzare, non può sorridere, non può fare una battuta. La vita è una cosa troppo bella per non essere presa con leggerezza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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