La riforma sulla legge elettorale si può rivedere, ma c'è un problema: le modifiche non possono essere unilaterali. Cioè, essendoci un accordo Pd-Forza Italia (a cui poi si è aggiunto il Nuovo centrodestra), bisogna che le forze politiche siano d'accordo sulle modifiche da apportare al testo. Altrimenti salta tutto. Matteo Renzi lo spiega a chiare lettere all'assemblea dei deputati del Pd: "La legge elettorale non può essere modificata in modo unilaterale". E aggiunge che la riforma è "innovativa perché dà certezza sul bipolarismo, mette fine a coalizioni litigiose e la sera si sa chi ha vinto".
"Non c'è un problema tra il Pd e il governo: siamo stati assolutamente leali", assicura il segretario nazionale del Pd nel corso dell'assemblea nella sede del partito a largo del Nazareno. E con una metafora ammette che "la batteria del governo è scarica,
dobbiamo deccidere se va ricaricata o cambiata". Ma cambiare batteria vuol dire procedere "solo" au un rimpasto o mettere alla guida un nuovo pilota-premier?
Renzi prosegue il suo intervento chiarendo che "all’esigenza di tenere insieme legge elettorale e riforme non basta rispondere con un emendamento. La domanda è: il governo così com’è aiuta le riforme o no?. Non c’è un problema tra Pd e governo, noi siamo sempre stati leali, ma il tema "è politico e per questo chiedo di anticipare al 13 la Direzione". Insomma, vuole un mandato pieno per portare a casa la riforma, mettendola nero su bianco una volta per tutte. E aggiunge: "Di fronte alla crisi istituzionale - precisa il segretario - abbiamo messo in campo un pacchetto di riforme concreto: questo accordo è fatto con chi combattiamo e combatteremo alle elezioni". "Io mi fido della squadra del Pd - rassicura Renzi, che poi drammatizza il momento storico - o questo passaggio lo portiamo a casa o salta l’Italia".
Per tenere assieme la legge elettorale e le riforme non basta un emendamento, spiega Renzi,
si tratta di una "questione politica". Lo riferiscono alcuni partecipanti alla riunione: la minoranza Pd aveva chiesto un emendamento per legare l’entrata in vigore della riforma elettorale alla modifica del bicameralismo.
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