Una Repubblica fondata sul disordine

A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso è incominciato un processo di de­strutturazione delle istituzioni

A partire dagli anni Sessanta del secolo scorso è incominciato un processo di de­strutturazione delle istituzioni. Si è formata quella che Bauman ha chiamato la società li­quida, in cui tutte le relazioni sono deboli, pri­ve di consistenza e di durata: la fede politica, quella religiosa, l’adesione a un partito, i rap­porti di lavoro, le amicizie, la famiglia. Scompa­re la capacita di tener fede alla parola data, il senso del dovere, la fiducia negli altri, l’impe­gno civico e politico, mentre aumenta la corru­zione in tutte le sue forme.

Sul piano economico è stata l’epoca delle «deregulation» con invasione dei prodotti ci­nesi a cui è seguita la speculazione finanziaria selvaggia,che ha messo in crisi la comunità eu­ropea e l’Euro. Un disordine che si è ripercosso in Italia dove ha aumentato il marasma politi­co e sociale.

Ma come sempre accade, dopo le fasi di pro­fo­ndo disordine avviene la reazione e incomin­cia la ricostruzione. Io sono convinto che l’epo­ca della società liquida sia al tramonto e stia per iniziare una nuova epoca di ricostruzione.
A livello europeo i governi stanno dando nuo­va efficienza alle istituzioni comunitarie e in Ita­lia abbiamo costituito un governo tecnico di gran­de prestigio internazionale mentre per la prima volta sugli schermi televisivi appaiono delle cifre e la gente si abitua a discutere di numeri e non di chiacchiere. Si è diffusa una seria volontà di com­battere l’evasione fiscale, la corruzione, il malaf­fare, gli imbrogli. Tutti chiedono rapporti sociali e professionali seri, solidi, fondati su valori.

Purtroppo l’apparato dello Stato fondato sul­la Costituzione è arcaico e impedisce vere rifor­me. Esso non dà alcun potere al governo, men­tre lo lascia ai partiti, ai sindacati, alla magistra­tura e alle regioni. Questi potentati paralizza­no qualsiasi riforma perché si occupano solo dei propri privilegi. Ma il discredito e la rivolta stanno rivolgendosi anche contro di loro, per ora in modo caotico, senza una leadership, senza un progetto politico unitario che guardi lontano e sappia suscitare fiducia e speranza.

Ci aspettano perciò ancora alcuni anni di vio­lento marasma politico ma io sono convinto che alla fine anche l’Italia riuscirà a esprimere una élite politica nuova e moderna che darà an­che al nostro Paese istituzioni di livello euro­peo.

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