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Rom rapisce una bambina e spara all'eroe che la salva

Paura a Milano. Lo zingaro aggredisce la madre che aveva in braccio la piccola di 4 anni. Un giovane interviene, lui mette mano alla pistola e fugge

Rom rapisce una bambina e spara all'eroe che la salva

Milano Sdraiato sulla barella dell'ambulanza, con il volto terreo e in procinto di entrare alla clinica Humanitas, ha trovato la forza per raccontare tutto alla stampa locale. «Ho avuto la nettissima sensazione che quel rom volesse portare via la figlia della donna che stava aggredendo. E sono andato a impedirglielo».

Così ieri mattina Milano si è svegliata con un nuovo eroe e una vecchia paura. Il primo si chiama Giuseppe Galdiero, 26 anni, ex consigliere comunale del Pdl a Pieve Emanuele dove, domenica pomeriggio, avrebbe sventato il tentativo di un nomade di rapire a una badante ecuadoriana la figlioletta di 4 anni. La seconda è la paura degli «zingari che portano via i bambini». Un timore che, se per certi versi può sembrare leggendario, per altri lo è molto meno. L'ombra mai dissipata del coinvolgimento dei rom c'è stata infatti in casi notissimi e finora mai risolti. Fin troppo facile ricordare la scomparsa di Angela Celentano, sparita nel nulla nell'agosto del 1996, all'età di 3 anni, sul Monte Faito, in provincia di Napoli. Decisamente più recente (settembre 2004) il caso di Denise Pipitone, rapita a 4 anni, mentre giocava a due passi da casa sua a Mazara del Vallo (Trapani). E avvistata anche a Milano, sei mesi più tardi, da una guardia giurata, proprio in compagnia di un gruppo di zingari. «Mi sono insospettito per la forte somiglianza con le foto viste in tivù e il fatto che la chiamassero “Danas“» ricorderà il testimone, una guardia giurata. Che di quell'incontro fece pure un filmato con il telefonino.
Ma vediamo cos'è accaduto domenica pomeriggio in via dei Pini, a Pieve Emanuele, hinterland sud di Milano. I carabinieri della compagnia di Corsico, che si occupano delle indagini, spiegano che la badante ecuadoriana - una 40enne di nome Margarita - stava camminando in una strada periferica e a quall'ora (erano le 14) completamente deserta. Quale situazione migliore per un rapinatore? Lo sconosciuto che la rapina - pelle scura, robusto, capelli corti, un po' stempiato - infatti, all'inizio aggredisce la donna alle spalle, tentando di strapparle la borsa. La donna tiene per mano la figlioletta di 4 anni. Quella è la sua priorità. Nella borsetta, peraltro, oltre ai documenti, ha appena due euro. «Lasciami almeno la carta d'identità!» grida la poveretta al malvivente che ha già tra le mani la borsa. E lui, mentre la donna prende in braccio la figlia per proteggerla, risponde: «Allora dammi gli anelli!». E si avvicina minaccioso verso la bambina stretta alla madre.

Proprio in quel momento Giuseppe Galdiero esce di casa. Lo aspetta un tranquillo pomeriggio con la zia. Tuttavia, la scena che vede in strada, non ispira certo tranquillità. «Ho notato quella donna molto impaurita - spiegherà il giovane ai carabinieri - e quel rom con le mani su di lei, sulla bambina. Lui la guardava, le era vicinissimo: ho avuto la sensazione nettissima che quell'uomo volesse strappare la bimba dalle braccia della madre. E sono andato a impedirglielo».

Galdiero si para davanti al rom che, oltre alla borsa, sembra abbia già messo le mani addosso alla bimba per portarla via. I due si strattonano, comincia una zuffa ma finisce subito. Il nomade, infatti, capisce che il ragazzo non lo lascerà andare tanto facilmente. Così, si gioca il tutto per tutto: estrae dalla tasca della giacca un revolver, spara alla coscia destra del 26enne e quando l'italiano cade a terra ferito, lui ne approfitta per dileguarsi. A poca distanza da lì, infatti, c'è un complice in auto che lo aspetta.


«Abbiamo iniziato subito le ricerche dell'aggressore - spiegano i carabinieri -, ma la descrizione che abbiamo è molto vaga. Naturalmente faremo l'impossibile».
E Galdiero? È già stato dimesso: se la caverà in 10 giorni.

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