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Salario minimo, si torna in Commissione. Centrodestra: "Rinvio fondato"

La proposta di legge unitaria delle opposizioni non verrà discussa subito alla Camera dei Deputati: la proposta della maggioranza di rimandarla in Commissione Lavoro fa insorgere la sinistra

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La Camera dei Deputati ha dato il via libera alla richiesta da parte della maggioranza del governo di rimandare in commissione Lavoro la proposta di legge sul salario minimo che era stava avanzata nei mesi scorsi da tutte le opposizioni esclusa Italia viva, sul salario minimo. La domanda è stata motivata dal fatto di procedere con un ulteriore esame alla luce dell'approfondimento curato dal Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel) sul lavoro povero. E così l'ok al rinvio è passato con 21 voti di scarto: si ripartirà quindi dal lavoro nella commissione preposta.

La richiesta della maggioranza

In apertura della seduta parlamentare odierna a Montecitorio aveva chiesto per bocca del presidente della commissione Lavoro, Walter Rizzetto (Fratelli d'Italia), un nuovo rinvio in commissione della proposta di legge sul salario minimo a 9 euro lordi all'ora per "un approfondimento" dopo il parere fornito recentemente da Cnel, che si è espresso contro un minimo legale e che ha richiesto che una nuova indagine conoscitiva. "Se le opposizioni sono tanto impaurite e preoccupate dal Cnel, organo Costituzionale, possono sempre cercare di indire un referendum per abolirlo ed abbandonare la politica se mai lo perdessero", è la frase pronunciata in Aula da Rizzetto che scaglia una frecciata nei confronti della riforma fortemente voluta da Matteo Renzi il quale però poi andò a sbattere con il referendum del 2016. "Commettere errori è umano, ma perseverare è diabolico", ha aggiunto.

L'ira delle opposizioni

Le opposizioni sono subito insorte davanti a questo voto. "Non avvertite sulla vostra pelle alcun senso di vergogna per avere abbandonato una intera generazioni alla precarietà e all'incertezza?", ha detto la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, dopo la richiesta. "La vostra scelta è pavida oltre che cinica. Abbiate il coraggio di fare un dibattito alla luce del sole e affossare, votando contro, questa proposta". Per Giuseppe Conte "questo governo ha deciso di voltare le spalle agli italiani e di illuderli con la prossima manovra, come ha fatto la presidente Meloni dicendo che regalerà 100 euro in più in busta paga ai lavoratori quando invece di tratta di confermare quello che già prendono oggi - prosegue leader del Movimento Cinque Stelle -. Dovremmo guardare in faccia la realtà e mettere da parte bandiere e dire con forza tutti insieme che l'Italia non può rimanere tra gli unici 5 Paesi su 27 in Europa che non hanno il salario minimo".

Foti: "9 euro cifra buttata lì"

Il centrodestra non ci sta e replica con Tommaso Foti, che ritiene "fondato il rinvio in commissione perché vi è stato un fatto nuovo: il parere espresso da un organo costituzionale, il Cnel, nel quale si dicono cose ben precise", sostiene alla Camera il capogruppo di FdI. "Quando non si hanno argomentazioni si protesta, invece di pensare alle fughe altrui si leggano gli atti". E aggiunge: "Forse è sfuggito a chi è in fuga da qualche anno: nel 2014 il M5s ha presentato una proposta di legge mai discussa in Aula e sul salario minimo a 9 euro: dal 2014 ad oggi sempre 9 euro minimi? Era uno sbaglio allora o una presa in giro quella di oggi individuando la stessa cifra? È una presa in giro o un compromesso? Spiegatene le ragioni sotto il profilo economico e sociale oppure dite che è solo una cifra buttata lì".

Infine, il contrattacco alla sinistra: "La differenza tra quest'Aula e lo stadio è che qui c'è chi è abituato a fare leggi, altri in fuga dallo stadio vengono qui a comportarsi come se fossero in uno stadio".

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