
Un altro rinvio a giudizio per Alessandro Sallusti, e anche questa volta c'è di mezzo, come presunta vittima, un magistrato: un procuratore militare della Repubblica che si sentì diffamato da una intervista pubblicata su "Libero", allora diretto da Sallusti, al generale dei carabinieri Antonio Pappalardo. Nonostante la rilevanza del tema trattato, e nonostante che in udienza gli avvocati del querelante abbiano comunicato di non volersi costituire in giudizio contro Sallusti, il giudice Maria Grazia Domanico ha disposto il rinvio a giudizio del direttore del "Giornale" per omesso controllo. Il processo si terrà il prossimo 5 dicembre.
Invano i legali di Sallusti hanno prodotto sentenze della Cassazione secondo cui non costituisce reato la pubblicazione di una intervista, se l'intervistato ha un ruolo sociale rilevante e la notizia è di pubblico interesse. Difficile negare che, nel caso specifico, ricorressero entrambe le circostanze. Pappalardo, che all'epoca dei fatti era presidente dell'organismo sindacale dell'Arma, aveva accusato pubblicamente Massimo D'Alema per la legge di riforma dei carabinieri. E si era ritrovato sotto inchiesta.
Nel fascicolo, aveva però trovato un post it da cui sembrava che a sollecitare l'indagine fosse stato il presidente della Camera, Luciano Violante, dello stesso partito di D'Alema.Questo aveva raccontato Pappalardo nell'intervista a Libero. Che oggi il giudice preliminare ha ritenuto diffamatoria, con tanti saluti (per l'ennesima volta) alla libertà di stampa.
come si schiera? E ancora, quando si dimentica di depositare la
sentenza, quando per vizi di forma, fa scarcerare pericolosi delinquenti, quando........., Lei è sempre con Boffo? Mi sembra un teorema da "boffone".Dalton Russell.
Su Dino Boffo , legga le pag. 135,136,137,138 del libro " Il V
Sentenza che, per sua ulteriore condanna morale, venne amplificata dai media; tutto qui.