NapoliScampia contro Sky e Roberto Saviano. Il quartiere che «ben» rappresenta tutti i mali di Napoli, dalla camorra, alla povertà, dalla criminalità comune al dramma della casa, dalla questione sanità alle strade «scassate» ma, dove comunque vivono decine di migliaia di persone perbene, si ribella alla fiction che una società di produzione sta preparando per conto di Sky. A capeggiare la protesta dei suoi concittadini è il presidente di Scampia, Angelo Pisani che ha negato l'autorizzazione alle riprese del film. Una decisione durissima, che non ha precedenti e per certi versi anche molto coraggiosa. In serata, anche il sindaco, Luigi De Magistris, attraverso Facebook si è schierato contro la produzione del film. Un duplice brutto colpo per Sky e per lo scrittore di Gomorra. I diretti interessati replicano con il produttore di Cattleya, Riccardo Tozzi, che con Sky comincerà tra un mese circa le riprese della serie tratta dal libro di Roberto Saviano, che collabora alla preparazione della fiction: «Non c'è una identificazione cosi precisa di Scampia, che nell'ambito della serie rappresenterà al massimo un 5 per cento. C'è una grande varietà di ambienti e situazioni». E anche Saviano replica a muso duro: «La censura non salverà Scampia». Ma, Pisani è insorto contro la fiction che non solo «getta altro fango sul mio quartiere ma, sicuramente non aiuta la mia gente a migliorare le sue condizioni di vita. Scampia non può essere il palcoscenico per una tv di miliardari, che viene qui, sfrutta le nostre strade per incrementare i propri business e poi va via. Stiamo cercando di rivalutare questo territorio, con iniziative culturali e sociali ma un film tra le vele, per spettacolarizzare vicende che per noi sono luttuose e basta, non vuol dire fare cultura». Pisani ha poi rivelato al Giornale che il proprietario di un bar «mi ha detto che per finzione il suo locale dovrebbe subire un attentato ma con dei veri ordigni. L'organizzazione poi glielo ricostruirebbe. Io invece dico che il mio no è irrevocabile e non ci saranno né riprese né esplosioni vere, anche se per finzione». Antonella Maffella della «Associazione giovani donne di Scampia», si è schierata con Pisani. «Far rivivere a un intero quartiere situazioni che normalmente accadono nella realtà è allucinante. È come portare al cinema una donna che ha subito delle violenze, a vedere un film tipo Arancia meccanica». Intanto, il quartiere si prepara alla protesta. Pisani ha raccontato che la protesta sarà visibile. Striscioni contro le riprese saranno esposti ai balconi di viale della Resistenza, Rione Don Guanella, via Labriola. «Per scelta non ho visto nemmeno il film Gomorra di Garrone. Sono contrario alla spettacolarizzazione della camorra, quindi dico no a questa nuova pellicola, che non porterà benefici nelle zone a nord di Napoli, tanto bistrattate e dimenticate dalle istituzioni» dice al Giornale, il parroco anticamorra, don Francesco Minervino, Decano delle parrocchie di Scampia, Miano, Piscinola, Marianella e Chiaiano.
E, De Magistris, che viene continuamente criticato dai quartieri a nord di Napoli, per non essersi mai fatto vedere da quelle parti, nonostante le promesse fatte in campagna elettorale, attraverso Facebook dice che «non appartiene a questa amministrazione il diniego di autorizzazioni che riguardano le varie attività culturali e comunicative, ma siamo stanchi di vedere Scampia ridotta, anche sul piano dell'immagine e non solo nazionale, a territorio di conquista della camorra in lotta, come se a Scampia non esistesse altro al di fuori delle piazze di spaccio e della faida dei clan».carminespadafora@gmail.com
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