Le vedove. Ci sono anche loro nel grande banchetto allestito dalla casta fra Trento e Bolzano. Sono una sessantina e portano a casa un discreto assegno di reversibilità: duemila, tremila, anche quattromila euro netti al mese. Guai a chi tocca i loro diritti: il Palazzo è stato lungimirante e ha messo in cassaforte il futuro.
Letteralmente. Novanta milioni di euro per salvaguardare la splendida vecchiaia degli ex consiglieri regionali trentini e altoatesini. Liquidazioni. Vitalizi. E pensioni di reversibilità. Elenchi lunghissimi che soddisfano le esigenze di tutti: chi parla la lingua di Dante e chi quella di Goethe, destra e sinistra. C'è gloria per tutti e sulla foto di gruppo è appoggiato il mantello della vergogna che ora il presidente della regione Ugo Rossi prova a scrollarsi di dosso. «Credo sia necessario - spiega Rossi - ripristinare un clima di maggior fiducia dei cittadini verso le nostre istituzioni autonomistiche».
Davvero si resta basiti a leggere che l'ex assessore della Südtiroler Volkspartei Sabina Kasslatter Mur ha chiuso la sua ventennale esperienza in consiglio con una buonuscita record di un milione e 425mila euro. O che la pasionaria Eva Klotz riceverà a sua volta una liquidazione di un milione e 136mila euro. Cifre lunari, inimmaginabili per il comune cittadino che si arrabatta con i soldi contati. E, invece, nel grande bengodi regionale la politica ha pensato in grande, anche a chi non c'è più. Ora, grazie alla tenacia del Movimento 5 Stelle e del quotidiano Alto Adige, ecco spuntare l'elenco delle signore che percepiscono la pensione di reversibilità. Una sessantina di assegni da tre-quattromila euro netti al mese che raccontano il passato più che il presente di questa terra. Funzionava così un sistema che privilegiava in modo spudorato la classe dirigente. Nel 2008 i meccanismi sono stati modificati e certi eccessi sono stati ridimensionati. Ma chi aveva costituito la sua provvista in precedenza navigherà ancora con il metodo collaudato.
Così Rossi, stretto fra le polemiche, è costretto a mettere il dito nella piaga: «Mi riferisco al tema del trattamento pensionistico dei consiglieri regionali. Dovremo essere capaci di affrontarlo ancora in questa legislatura e in questa sede, perché, se si è fatto molto circa il futuro, i cittadini non comprendono perché per il passato siano previsti trattamenti come quelli che abbiamo visto in questi giorni».
E allora Rossi prova a dichiarare guerra ai vitalizi senza tetto: «Dovremo ricercare le vie legali per affrontare il problema». Parole accolte con sorrisetti di scetticismo. È difficile mettere a dieta la casta. Figurarsi imporle tagli all'indietro nel tempo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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