Romano Prodi osserva l'onda antieuro che dilaga in Europa. E, in un intervento a Unomattina, si lascia andare a una previsione: "Credo che avremo delle elezioni europee difficili. Ma so anche che quando si arriva vicini al burrone, c'è una saggezza dei popoli che fa tornare indietro. Arrivati al punto sì o no, tutti sanno che il nostro futuro senza l'Europa non esiste".
Un misto, il suo, di realismo e ottimismo, a cui l'ex presidente del Consiglio (nonché ex presidente della Commisione europea), prova a dare una spiegazione: "Quando io dicevo che il Patto di stabilità era stupido, allora mi davano tutti torto. Adesso dopo dieci anni tutti mi dicono 'avevi ragione'. La politica vuol dire tener conto della realtà delle cose. Si è voluto costruire invece un’Europa formale".
Prodi, ricordiamolo, è uno degli artefici dell'Euro. Eppure oggi sembra dire: io ve l'avevo detto che sarebbe andata a finire così. Ma lui dov'era quando governava in Italia e, in seguito, a Bruxelles? "Il problema dell’Europa - insiste - non è una Unione europea spendacciona.
Il bilancio dell’Ue è meno dell’1% del pil europeo. Il problema è che non c’è solidarietà europea. Il difetto non è delle istituzioni europee, ma è dei singoli Stati, che adottano una politica nazionale e non una politica di interesse comune".
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