Secondo l'Onu, le organizzazioni che si occupano di migranti, il Papa, Mattarella e Renzi, il flusso di barconi dalla costa africana all'Italia non è l'espressione di un temibile disordine demografico e geopolitico. Basta essere più generosi, non fare muri, salvare più persone e creare nuovi centri di accoglienza e tutto si aggiusterà. Nessuno di loro però risponde alla domanda successiva: come far tornare nelle loro case i profughi delle guerre asiatiche? Come contenere l'immensa massa africana che si sposta verso Nord?
È stato calcolato che nell'Africa subsahariana, con questo tasso di fecondità, nel 2050 la popolazione sarà passata da uno a tre miliardi di persone: due miliardi in più, di cui metà guarderà all'Europa. Ed è l'Europa che deve agire insieme alle altre potenze modernizzatrici in Africa per favorirne lo sviluppo economico, ma in primo luogo per ridurne drasticamente e rapidamente il tasso di natalità.
Ma non basta. L'Europa oggi si trova a dover garantire un'area di pace e di stabilità nel Mediterraneo. Un compito ingrato rifuggito da tutti i suoi alleati. Per riuscirci, deve superare l'orizzonte meschino della Ue di Bruxelles e della Germania e creare una nuova alleanza politica che vada dalla Gran Bretagna alla Russia. Un'alleanza capace di pensare e di agire come una grande potenza, riempiendo il vuoto lasciato dagli americani. È l'Europa «dall'Atlantico agli Urali» di cui parlava De Gaulle, che abbraccia tutta l'Europa storica, che ha un proprio esercito e un proprio organismo di guida geopolitica. Una Europa forte, che potrebbe avere rapporti privilegiati con i Paesi asiatici e potrebbe promuovere lo sviluppo politico ed economico dei Paesi mediterranei del Nordafrica.
Un governo unitario in Libia che ponesse fine al traffico di esseri umani in mano alle bande armate dovrebbe essere solo il primo passo per costruire un nuovo Nordafrica prospero, moderno, liberato dai fanatismi islamisti, partner economico dell'Europa e modello di sviluppo per il resto del continente africano.
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