Sette elettori Pdl su dieci rivogliono lo "spirito del '94"

I numeri che tentano Berlusconi: i sostenitori di centrodestra sono pronti a votare per un partito che ricalchi Forza Italia delle origini. Il Cav ci sta già lavorando...

Sette elettori Pdl su dieci rivogliono lo "spirito del '94"

Roma - Rifare Forza Italia? E perché no? Sono dieci giorni che Silvio Berlusconi si rigira tra le mani una piccola risma di fogli di carta. E sono dieci giorni che un numero, 74, si fa strada come un tarlo nella testa del Cavaliere. Settantaquattro, appunto, come la percentuale degli elettori del Pdl, che, secondo un sondaggio, sono favorevoli a un ritorno allo «spirito del ’94», quello della «discesa in campo». Dunque, un quarto di chi nel 2009 ha votato per il Popolo della libertà vuole adesso «ricostruire un partito liberale di massa».

L’indagine, realizzata dalla SpinCon tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile, nasce da un’idea del deputato Giuseppe Moles. Al campione, 2mila persone, è stato chiesto un parere sulla «desiderabilità» di un soggetto politico che riprendesse «a incarnare i valori e i programmi di libertà economica e personale che caratterizzarono la nascita di Forza Italia». Il risultato è per certi versi inaspettato. Il 74 per cento di quanti due anni fa hanno scelto il Pdl, ora sono per un ritorno ai valori originari: libera impresa, meno Stato e più mercato, bipolarismo, alternanza di governo, riforme istituzionali, aumento dei poteri del premier. Qualcuno, il 52 per cento, vede la cosa «molto positivamente, qualcuno altro si scalda di meno e si ferma a un «abbastanza positivamente». Ma in ogni caso, i contrari sono solo il 12 per cento. Settantaquattro, tra l’altro, sono quattro punti in più rispetto alla spartizione (70% Fi-30% An) fissata dal congresso che, fondendo i due partiti, ha dato vita al Popolo delle libertà.
Anche allargando la platea a tutti gli elettori di centrodestra, il consenso all’ipotesi di una «Forza Italia bis» resta piuttosto alto. Il settanta per cento di chi nel 2009 ha votato Pdl, Lega, Udc e La Destra di Storace considera infatti «positivo» il richiamo allo spirito del 1994. Quaranta su cento lo giudica addirittura «molto positivo». I contrari, tra «molto» e «abbastanza», si fermano sotto quota ventuno.

Ma la vera sorpresa si registra quando il sondaggio estende ancora il campione, abbracciando l’intero elettorato attivo. Ebbene, considerando tutti, ma proprio tutti, anche quelli che votano a sinistra, l’indice di gradimento di un ritorno «ai valori della discesa in campo» del Cavaliere arriva al 39,5 per cento. Quasi quattro italiani su dieci vorrebbero quindi ripartire dall’impronta liberale del ’94. C’è spazio e c’è materia per pensarci su, visto che si tratta di un aumneto di 4,2 punti percentuali rispetto al risultato del Pdl nel 2009, 35,3. Addirittura una decina sopra al record storico di Forza Italia, il 30,6 delle elezioni europee del 1994.

Cifre da valutare. Umori da comprendere. Quando ha letto il rapporto, racconta Moles, Berlusconi era molto soddisfatto «Dobbiamo fare le cose in grande», ha spiegato il Cav. Al di là della questione del nome, ha aggiunto, il ritorno alle origini non deve essere vissuto come un’operazione nostalgia, ma come il rilancio degli ideali tutt’ora validi. Dopo la fusione a freddo Fi-An, nel mezzo dell’esperienza del governo Monti, con il crollo della fiducia degli italiani nei partiti, il Pdl è in una fase di nuova trasformazione. Berlusconi è in stretto contatto con Antonio Martino, tessera numero due di Forza Italia, promotore di quella rivoluzione liberale che potrebbe essere recuperata. «Casini - sostiene l’ex ministro della Difesa - vuole governare dal centro, noi invece dobbiamo governare per il centro».

E che l’Udc sia la chiave di volta, lo conferma lo stesso Berlusconi.

«I moderati dal 1948 sono la maggioranza del Paese ma possono vincere solo se restano uniti, altrimenti prevale la sinistra. Al Pdl cambieremo nome, però è fatto sempre della stessa gente». Diciott’anni dopo, il sondaggio della SpinCon è un motivo in più per tornare al partito leggero, al movimento. «Crediamo sempre nelle stesse idee».

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