Sgozzata in casa con i due figlioletti

Massacrati una donna e i bimbi di 5 anni e 20 mesi. Sotto torchio il marito: era andato a vedere la partita

Sgozzata in casa con i due figlioletti

Motta Visconti (Milano) - Una giovane mamma e i suoi due bimbi massacrati a coltellate, una villetta senza segni di effrazione ma con una cassaforte aperta e un padre disperato che chiama i carabinieri. Questi sono gli elementi di un giallo in cui ogni tassello del mosaico sembra contraddire il precedente. Alcuni aspetti portano infatti alla rapina degenerata, altri al delitto d'impeto. Di sicuro non si tratta di un omicidio-suicidio, il coltello non è stato trovato nella casa. Allora bisogna andare a rivedere ogni più insignificante particolare sentendo l'unica persona in grado di fornire tutte le risposte: il marito, il cui interrogatorio, iniziato ieri in tarda serata è poi proseguito fino a tarda notte.

Motta Visconti è un paese di poco più di 7.500 anime sulle sponde del Ticino, dall'altra parte Garlasco, dove nel 2007 fu uccisa Chiara Poggi, entrando così nell'immaginario italiano come sinonimo di giallo. Qui in un dignitosa villetta di via Ungaretti 20 abitano i Lissi: Carlo, 32 anni, Cristina Omes, 39, e i loro figli, Giulia, cinque, e Gabriele 20 mesi. Un quadretto da «Mulino bianco». Lei minuta e graziosa, impiegata alle assicurazioni Sai del paese, tutta casa e chiesa, volontariato nella Croce Rossa, abbandonato dopo la nascita del secondo figlio, e impegno i parrocchia. Lui, laurea in economia e commercio, lavoro come informatico in uno studio milanese, sposo devoto, la accompagna tutte le domeniche in chiesa.
Sabato sera verso le 23.30 Carlo lascia moglie e figli per andare a vedere Inghilterra-Italia a casa di un amico. Rientra poco dopo le 2 e trova la donna in soggiorno, la figlia nella sua cameretta, il piccolo nel lettone matrimoniale. Tutti coperti di sangue, colpiti più volte, in particolare al collo, con un coltello, che però non si trova, escludendo così l'ipotesi di una «Medea» impazzita che ammazza i propri figli. Non ci sono segni di effrazione ma la cassaforte è aperta e mancherebbe qualche soldo. Scenari da rapina degenerata dunque: il bandito sorpreso a rubare avrebbe ammazzato la donna. Certo ma poi è difficile immaginare abbia ucciso perché «scomodi testimoni» la bimba di 5 anni e il piccolo di 20 mesi, che in base alle tracce è stato «trascinato» fino alla camera dei genitori e poi deposto delicatamente sul lettone. Quanto alla cassaforte aperta, potrebbe essere un depistaggio, come una banale disattenzione dei coniugi, proprio perché vuota.

Non ci siamo, bisogna ricominciare. Allora si scava nella vita dei due ragazzi. Entrambi sono figli di persone benestanti: il padre di lui, Francesco, è un ex artigiano piastrellista, quello di lei, Decio, un ex fruttivendolo. Dopo il matrimonio sei anni fa sono andati a vivere in un appartamento in via Matteotti, ma quando l'anno dopo è morto Decio, gli sposi si sono trasferiti nella villetta e la mamma nell'appartamento. Qui dunque la coppia avrebbero ripreso la sua vita tranquilla, anche se in paese non tutti sono pronti a giurare su tanta serenità. Qualcuno parla di dissapori, litigi, persino di tradimenti. Ma sono voci che in un piccolo centro, pettegolo per antonomasia, non mancano mai, quindi difficile stabilirne la veridicità. Nel corso della notte il marito viene sentito e risentito più volte, fornisce il quadro della propria vita coniugale, indica orari, spostamenti, spiega e chiarisce. In mattinata, gli viene concessa una breve pausa, mentre iniziano i riscontri da parte dei carabinieri di Abbiategrasso e del nucleo investigativo di Milano, raggiunti nel pomeriggio dal comandante provinciale, generale Maurizio Stefanizzi. Si avverte la voglia di arrivare alla soluzione in fretta, come ripetono più volte il procuratore di Pavia Gustavo Cioppa e il sostituto Giovanni Benelli. Si lavora per tutto il pomeriggio, raccogliendo ogni dettaglio.

Poi in serata si ricomincia con il marito, sentito questa volta alla presenza di un legale fino a notte inoltrata. Non è finora emersa alcuna indiscrezione, solo un certo ottimismo da parte degli inquirenti di essere veramente vicini alla soluzione di questa drammatica vicenda.

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