Strage, Boldrini a Bologna: la commemorazione diventa comizio politico

Prima ricorda la strage di Bologna , poi si lascia andare a un lungo comizio politico: "Il Paese non è pacificato se si offende la Kyenge"

La commozione della presidente della Camera Laura Boldrini
La commozione della presidente della Camera Laura Boldrini

E la commemorazione della Strage di Bologna è diventata il palcoscenico per il comizio politico della Laura Boldrini. Dagli insulti al ministro dell'Integrazione Cecile Kyenge alle svastiche per il centenario dell'ex SS Erich Priebke, il presidente della Camera strumentalizza il due agosto per una polemica tutta di parte che non ci si aspetta dalla terza carica dello Stato. "Oggi, ancora noi questa giustizia completa non la abbiamo - ha scandito dal palco, in occasione del 33° anniversario della strage di Bologna - allora come si fa ad innamorarsi delle istituzioni? Come? Bisogna pretendere chiarezza completa, giustizia e trasparenza".

A 33 anni di distanza dalla strage alla stazione di Bologna la Boldrini è tornata a chiedere giustizia per le vittime: "Abbiamo gli esecutori ma mancano i mandanti, i burattinai, gli strateghi, che hanno pianificato la carneficina". Come esecutori materiali furono individuati dalla magistratura alcuni militanti di estrema destra, appartenenti ai Nuclei armati rivoluzionari (Nar), tra cui Giuseppe Valerio Fioravanti. Quello che però la Boldrini non dice è che Fioravanti, sebbene abbia rivendicato tutte gli attentati di cui è accusato, ha sempre preso le distanze dalla Strage di Bologna. "Quella mattina ero qui a Bologna - ha raccontato la Boldrini - avevo 19 anni, come giovane studentessa marchigiana ero alla ricerca di una casa in affitto per iniziare l’università e ricordo perfettamente lo sgomento, il dolore, il senso di smarrimento di tutti". Dal palco che domina la piazza antistante la stazione, il presidente della Camera ha ricordato il 2 agosto 1980, giorno della strage nello scalo felsineo che costò la vita a 85 persone e il ferimento ad altre 200. "Ci si chiedeva che cosa fosse successo - ha ricordato - non c’erano le risposte in quella mattinata. Forse eravamo ancora troppo giovani, noi di quella generazione per comprendere il significato di Piazza Fontana, nel ’69, dell’Italicus, di Piazza della Loggia, però - ha sottolineato - quel 2 agosto del 1980 fummo trascinati a forza dentro l’età della consapevolezza da tre eventi tragici che ancora oggi sono circondati da ombre e misteri: il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro, la strage di Ustica e la strage di Bologna. Questi - ha concluso la Boldrini - sono i tre eventi che hanno segnato la nostra vita".

Dalla commemorazione della strage al comizio politico, però, il passo è stato davvero breve."Possiamo pensare che questo Paese sia pacificato se ancora oggi vi sono uomini delle istituzioni che offendono deridono una donna nera che fa bene il suo mestiere di ministro?". Il presidente della Camera ha, quindi, fatto notare che "l'intolleranza genera mostri e a questi mostri dobbiamo sempre sapere opporre il senso alto della nostra civiltà rifiutando le provocazioni e non cadendo nella trappola dell’odio". "Il paese ha bisogno di più coesione non di più odio", ha continuato sottolineando che la democrazia deve essere sempre custodita vigilando sui valori della Costituzione.

"Possiamo ricordare la strage di Bologna e tacere sulle svastiche comparse a Roma qualche giorno fa per festeggiare i 100 anni del criminale nazista Priebke?", ha chiesto retoricamente alla piazza la presidente della Camera.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica