Roma - La pressante richiesta di «liste pulite» proveniente dal territorio. La necessità di disinnescare un'arma dialettica destinata ad essere imbracciata dal centrosinistra. L'esclusione decisa del Pd per i suoi indagati. La volontà di Silvio Berlusconi di offrire un'immagine nuova del Pdl.
È il combinato disposto di questi elementi a far scattare la linea dura del Pdl su quei parlamentari definiti «impresentabili» ma che in alcuni casi sono semplici indagati. Una decisione che trasforma le ultime ore di trattativa sulle liste in una sorta di conclave ristretto ad altissima tensione. In ballo non c'è solo il rapporto personale dei dirigenti del Pdl con i grandi esclusi - l'onere della comunicazione agli esclusi sarebbe toccato a Niccolò Ghedini - ma anche la valutazione politica legata al contraccolpo che questa scelta avrà in termini di consenso nei diversi territori di riferimento.
La linea dura decisa a Palazzo Grazioli investe innanzitutto Marcello Dell'Utri che si sarebbe convinto al passo indietro. Ma poi a seguire verrebbero esclusi altri dirigenti di peso come Nicola Cosentino, Marco Milanese e Alfonso Papa. Rientrerebbe in lista, invece, Amedeo Laboccetta. Così come ci saranno Roberto Formigoni e Denis Verdini. Un caso a parte è quello di Claudio Scajola che anticipa le mosse dello stato maggiore e rilascia una dichiarazione con cui si tira fuori dalla partita. In Liguria, al Senato, dovrebbe entrare l'attuale portavoce del Pdl Daniele Capezzone (che nel 2008 rinunciò al posto in lista) seguito da Michele Scandroglio, e da Gabriele Boscetto, mentre alla Camera dovrebbe esserci Sandro Biasotti seguito da Eugenio Minasso. Naturalmente questo terremoto rende ancora più complesso il completamento del puzzle. In particolare in Campania e Lazio che restano i territori in cui la quadratura del cerchio è ancora lontana dall'essere raggiunta. Anche perché Cosentino vorrebbe avere, a fronte del suo sacrificio, un paio di posti garantiti per gli uomini a lui vicini. Elio Vito dovrebbe fare il capolista in Campania 1, seguito da Raffaele Calabrò e da Luigi Cesaro. In Senato il listino dovrebbe prevedere dietro il capolista Berlusconi, Francesco Nitto Palma, Alessandra Mussolini, Luigi Compagna, Cosimo Sibilia, Giuseppe Esposito, Carlo Sarro.
Nel Lazio, invece, si fa strada il nome di Beatrice Lorenzin che potrebbe comparire in un listino - quello del collegio 1 - ad altissima incidenza femminile, insieme a Simonetta Matone, Maria Rosaria Rossi e Annagrazia Calabria. Un'altra parlamentare uscente come Gabriella Giammanco dovrebbe, invece, essere inserita nel collegio della Sicilia occidentale, dietro Angelino Alfano, Saverio Romano, Dore Misuraca e davanti ad Alessandro Pagano. Nel collegio Lazio 2 dovrebbe figurare Rocco Crimi, insieme ad alcuni esponenti legati al territorio come il senatore Claudio Fazzone. In Puglia è dato per fortemente probabile l'ingresso del giornalista del Tg1 Francesco Giorgino. In Lombardia 2 viene inserito Maurizio Del Tenno (eletto in Trentino nel 2008) e scala di un posto Stefano Saglia, ora in una posizione a rischio.
Infine un colpo importante viene messo a segno in Calabria. Nelle liste del Pdl ci sarà Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato ucciso a Campo Calabro alla vigilia del maxi processo contro Cosa nostra.
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