MilanoFriendly fire, fuoco amico. Sul centrosinistra milanese piomba in piena campagna elettorale il missile lanciato da un sincero democratico come Kyle R. Scott, console generale degli Stati Uniti nel capoluogo lombardo. A due settimane dal voto Scott scrive ai suoi connazionali residenti a Milano quello che la giunta di Giuliano Pisapia liquida di solito come propaganda reazionaria: che la metropoli è un posto in cui bisogna stare attenti alla pelle e al portafogli. Milano non è sicura, scrive Scott, invitando gli americani che vi abitano ad alzare la soglia di attenzione e le contromisure. E non parla dei quartieri Bronx dell'hinterland, ma della zona tra corso Venezia e il Parco Sempione, in pieno centro, dove abitano molti dipendenti del consolato. E dove stupri, scippi e rapine sono all'ordine del giorno.
Pisapia ovviamente ieri va su tutte le furie, si proclama «molto rammaricato e stupito», esige chiarimenti da Scott. Chiarimenti che arrivano dal consolato con una rettifica che in realtà non rettifica nulla, spiegando solo che si tratta di una «procedura standard», e che comunque i diplomatici americani si aggirano serenamente per Milano anche di notte. Ma Scott non si rimangia né i dati né l'allarme: «Le autorità milanesi hanno recentemente notato un significativo aumento del crimine nelle aree a ovest di corso Venezia», aveva scritto il console, su carta intestata con l'aquila americana, e invitava a fare attenzione alle frequentazioni serali, «ai vostri oggetti di valore a casa e in strada, e agli stranieri che vi avvicinano».
A Scott - diplomatico di lungo corso - non può essere sfuggito il peso politico delle sue parole, né per la scelta dei tempi, né per l'argomento: che va a toccare uno dei temi-chiave, la sicurezza, su cui quasi due anni fa il centrosinistra ha fatto e vinto la sua campagna elettorale a Milano, contestando duramente le scelte del centrodestra, accusato di avere «militarizzato» la città con le pattuglie di soldati per le strade, i divieti, le cancellate. Dopo la vittoria di Pisapia, l'esercito è sparito dalle strade. Ma le statistiche della Questura, diffuse poche settimane fa, e che stanno probabilmente alla base anche della lettera del console (ma Scott sembra avere a disposizione anche informazioni più dettagliate) raccontano che da quando a Milano comanda il centrosinistra il numero dei reati complessivi è sì diminuito: ma è invece in crescita il novero dei reati cosiddetti «predatori», quelli che più frequentemente e direttamente coinvolgono le persone comuni. Aumentano gli stupri, le aggressioni, i furti in casa e per strada.
È il fallimento di una via progressista alla sicurezza, quello sancito dalla lettera del console Usa? Sì, secondo i commenti di ieri del centrodestra: dal candidato governatore Roberto Maroni all'ex vicesindaco Riccardo De Corato, che della «tolleranza zero» ai tempi delle giunte Pdl-Lega era stato il protagonista. «Il consolato americano conferma quello che i milanesi sanno già», dice De Corato; «la Milano di Pisapia spaventa anche gli americani», gli fa eco Maroni. La sensazione, polemiche elettorali a parte, è che la politica «muscolare» della sicurezza rimproverata a De Corato sia stata rimossa senza però venire sostituita da un'altra politica di diverso segno.
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