Troppi bimbi stranieri. I genitori in rivolta boicottano la scuola

Gli alunni italiani non si sono iscritti alla prima elementare. I genitori: "Temiamo che il programma venga rallentato"

Troppi bimbi stranieri. I genitori in rivolta boicottano la scuola

Dronero (Cuneo) - Genitori in rivolta boicottano la scuola del paese, dove alle Primarie ci sono soprattutto bambini di nazionalità straniera: iscrivono i loro figli altrove e portano il preside alle dimissioni. Uno tsunami didattico che rischia di scivolare nel precipizio delle polemiche sul razzismo, quando forse sarebbe bastato solo un po' più di buon senso da parte di tutti e che ha spaccato in due - tra favorevoli e contrari - la piccola città di Dronero, nella laboriosa provincia di Cuneo, in Piemonte.

Da una parte il preside Graziano Isaia, che con i suoi 37 anni è tra i più giovani dirigenti scolastici d'Italia, e dall'altra madri e padri che considerano troppo alto il numero di alunni extracomunitari che da settembre inizieranno a frequentare la prima elementare, con il rischio di rallentare il lavoro degli insegnanti e l'apprendimento dei loro figli. Inizia così quella che lo stesso preside ha definito una «guerra affrontata per strada e mai nelle sedi ufficiali, condotta con poca informazione e disponibilità a risolvere i problemi». La città è piccola e la gente mormora, cresce il malcontento per quella situazione anomala, dove i bimbi di Dronero si sarebbero trovati in minoranza. Nessuno osa parlare apertamente ma si cercano soluzioni concrete e così al momento dell'iscrizione per frequentare l'anno scolastico 2014/2015, la stragrande maggioranza dei genitori iscrive i propri figli nelle scuole dei comuni vicini. Una decisione presa in piena libertà, che nessuno può e deve contestare ma il preside non ci sta e in una lettera pubblicata sul sito web della direzione didattica di Dronero, spiega di essersi dimesso anche per pesanti retroscena che secondo lui: «Hanno avviato un'opera sistematica di distruzione della reputazione della scuola con calunnie e l'uso della piazza per additare le insegnanti come streghe». Ci va giù duro il giovane Isaia, spiegando che i responsabili di questo fuggi - fuggi sono «due o tre genitori che hanno messo in atto un'azione martellante, tanto da convincere 11 famiglie a non iscrivere i loro figli in questo plesso». Decisione che ha portato anche alla chiusura di una classe per mancanza di allievi, come precisa il preside Isaia: «La scuola di piazza Marconi da settembre avrà solo una prima classe elementare e non due come è solita avere» e sarà composta da 14 studenti, 12 dei quali stranieri. Una fuga dalla scuola di Dronero causata secondo il preside da «sentimenti inconfessabili: lo sporco, il fastidio, il peso morto, la puzza, l'ignoranza scimmiesca. Chi si sente superiore non si vuole mescolare, è terrorizzato di essere contagiato».

Quello che più dispiace al preside è che: «Nelle sedi opportune nessuno ha mai affrontato l'argomento, altrimenti avremmo cercato un equilibrio, capisco che può essere difficile ma una soluzione si trovava, per esempio istituendo due classi i bambini extracomunitari si sarebbero divisi». Difficile in questo caso, dato che gli alunni sono tutti stranieri, applicare la circolare emanata dall'allora ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini che indica - ma non impone - il tetto massimo del 30% di alunni stranieri in una classe. La comunità di Dronero, però, non vuole passare per razzista e sono molti anche gli insegnanti che hanno criticato la lettera e le dimissioni del loro preside.

«Abbiamo una percentuale di stranieri che sfiora il 14% - spiega una mamma dissidente - e sono tutti perfettamente integrati. Solo, come ogni genitore, cerchiamo il meglio per i nostri figli e la percentuale di stranieri in classe era troppo alta per permettere agli ottimi insegnanti di svolgere il loro lavoro senza rallentamenti».

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