Roma - Il Pdl e la Lega denunciano il fenomeno da tempo. Ma da alcuni mesi sono i blitz delle Fiamme Gialle ad accendere i riflettori sui tanti casi di truffe ai danni dell’Inps da parte degli immigrati che ottengono l’erogazione dell’assegno sociale per congiunti «over 65», in realtà residenti all’estero.
L’ultimo caso si è verificato a Terni. Ma il fenomeno dei «furbetti del ricongiungimento familiare » è stato registrato e denunciato a più riprese in regioni come l’Emilia, la Toscana, il Veneto, il Friuli e non solo. Nei giorni scorsi anche il governo Monti si è soffermato sulla questione rispondendo a una interrogazione firmata mesi fa dai deputati Marco Zacchera (ora sindaco di Verbania) e Stefano Stefani. Il sottosegretario al Lavoro, Maria Cecilia Guerra,ha ammesso l’esistenza del problema e si è impegnata, di concerto con l’Inps,a far salire il livello dei controlli rispetto alle tante anomalie che stanno emergendo.
Di certo, in tempi di ristrettezze, il vitalizio elargito ai parenti degli immigrati inizia a pesare sulle casse del nostro ente previdenziale.Per l’anno 2012 l’assegno sociale è pari a un importo annuo di 5.577 euro, pari a 13 mensilità da 429 euro. Tale importo costituisce sia l’entità dell’assegno spettante, sia il limite di reddito oltre il quale non si ha più diritto a percepirlo. La platea dei possibili beneficiari si estende a tutti gli immigrati che hanno compiuto i 65 anni e non hanno redditi oppure sono sotto la soglia dei 5.577 euro. Il problema è che gli extracomunitari con carta di soggiorno in regola, residenti in Italia da dieci anni, possono presentare domanda di ricongiungimento familiare e fare arrivare in Italia genitori o parenti anziani, facendo così scattare un effetto moltiplicatore.
Tutto deriva dalla legge 388 del 2000 (inserita nella Finanziaria 2001 dell’allora governo Amato)che ha riconosciuto l’assegno sociale anche ai cittadini stranieri. Il governo di centrodestra, nel 2009 è riuscito a restringere la possibilità di richiedere il ricongiungimento ai residenti in Italia «legalmente e continuativamente» da almeno dieci anni. Ma al di là dell’opportunità di una norma che consente di attingere alla cassaforte della nostra previdenza a chi non ha mai versato un euro di contributi nel nostro Paese, il problema sta anche nel buco nero dei ricongiungimenti fittizi.
I casi di stranieri anziani che, attirati dal miraggio del guadagno facile, si trasferiscono e poi una volta avuto l’assegno sociale tornano in patria quando invece dovrebbero avere in Italia la «residenza abituale», sono frequenti. La Guardia di Finanza solo nel 2011 ha individuato 270 fattispecie di questo tipo. Le Fiamme Gialle spiegano che smascherare la truffa non è semplice: «Bisogna fare controlli approfonditi verificando se una residenza è fittizia, controllare i vari visti sui passaporti, verificare le utenze e incrociare i dati, con poteri di polizia che magari altri enti dello Stato non hanno».
La scorsa settimana,l’ufficio immigrazione della questura di Terni ha individuato il caso di una cittadina indiana di 76 anni, assente dall’Italia da mesi che continuava a percepire l’assegno. Lo stesso faceva una coppia di albanesi, 72 anni lui, 67 lei. Questi casi sono stati segnalati all’Inps per la sospensione o revoca dell’assegno sociale. Il fenomeno è, comunque, in aumento su tutto il territorio nazionale e si teme che possa assumere i contorni da assalto alla diligenza, visto che il censimento Istat appena pubblicato ha indicato come i residenti regolari siano triplicati negli ultimi dieci anni, toccando quota 3 milioni e 700mila con rimesse verso l’estero che ammontano ormai 7,4 miliardi di euro l’anno (ma si stima che una cifra quasi equivalente percorra vie ufficiose).
Basta fare un giro sul web per trovare testimonianza del tam- tam in corso su questo tema. Vari siti dedicati agli stranieri spiegano le procedure e offrono consigli per accedere al beneficio. Senza contare che il fenomeno dei «vitalizi facili» non investe solo gli stranieri ma anche quegli italiani che, pur avendo vissuto 10 anni in Italia, magari nei primi anni di vita, si sono poi trasferiti all’estero per oltre 50 anni e attraverso residenze fittizie in Italia riescono a percepire l’assegno sociale. Fattispecie anomale su cui si stanno attivando i gruppi del Pdl in varie regioni, cercando di sensibilizzare l’esecutivo. Il Pdl emiliano, ad esempio,propone di«prevedere l’obbligo di ritirare personalmente l’assegno sociale alle Poste, firmando un apposito registro».
Il tutto accompagnato da controlli accurati nei Paesi d’origine al fine di accertare la situazione finanziaria, contributiva, bancaria e pensionistica degli ultra 65enni richiedenti la pensione sociale in Italia. Verifiche indispensabili per pizzicare i furbetti del vitalizio e impedire che gli abusi ai danni del nostro welfare state si diffondano a macchia d’olio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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