Una mattinata di frenetici contatti. Le frizioni crescenti sui veti imposti dal premier sulla presenza dei «veterani» del Parlamento nella possibile lista unica. La rabbia di Lorenzo Cesa che si sfoga contro chi pretende che l'Udc metta rete, struttura e firme e in cambio i parvenu «scelgano le candidature» con tanto di Enrico Bondi come selezionatore delle altrui virtù. Il rebus sul luogo in cui tenere il vertice politico, rebus che si risolverà in una scelta simbolica destinata a far discutere.
Il Professore sperimenta in un caldo venerdì di dicembre la sua vera prima volta, il battesimo nella politica fatta di personalismi, duelli all'ultimo seggio, parole affilate, dialettica stridente e tagliente. E alla fine di una trattativa durata quattro ore pronuncia il suo personale «non possumus» e rinuncia alla costruzione di quel soggetto unico, quell'ibrido cattolico-politico-finanziario, che avrebbe dovuto portare il suo nome e sollevare la bandiera delle elités presentabili.
La scelta finale è quella dello «spacchettamento». Uno spacchettamento che sarà probabilmente il più ampio possibile. Mario Monti, Pier Ferdinando Casini e Andrea Riccardi - manca Luca Cordero di Montezemolo che pare sia in vacanza alle Maldive - dopo lungo batti e ribatti concordano che lo scioglimento dei vari soggetti non è ipotesi praticabile. Meglio restare divisi e uniti soltanto dal sostegno a Monti capo della coalizione. L'ipotesi in campo è quella di presentarsi con almeno quattro liste. La Lista Monti ci sarà e conterrà gli esponenti di Italia Futura. Udc e Fli a loro volta si presenteranno insieme, visto che la formazione di Fini da sola rischia di non passare lo sbarramento del 2%. Ci sarà poi una lista delle Acli (poco propense a presentarsi con gli ex dell'Msi e con i montezemoliani). E poi Italia Popolare con Mario Mauro, Alfredo Mantovano e Franco Frattini (che potrebbe candidarsi). Così come sullo sfondo inizia a circolare la voce di una lista composta da industriali, con Diego Della Valle in prima linea.
Tutta la giornata è segnata da un piccolo giallo. La sede del vertice viene tenuta segreta ma formiche.net nel pomeriggio rivela che il luogo sarebbe «la residenza romana dove alloggia un monsignore in ascesa in Vaticano». Una scintilla che accende curiosità. Alla fine il giallo si chiarisce. Il sito diretto da Michele Arnese (che poi in serata ha nuovamente smentito l'indiscrezione) rivela che la sede dell'incontro sarebbe stato l'Istituto Nostra Signora di Sion, ai piedi del Gianicolo. Un luogo scelto anche nel luglio 2007 dallo stesso Riccardi per un altro vertice: quello con Savino Pezzotta e Paola Binetti per la nascita della componente Teo-Dem all'indomani del Family Day. Un istituto in cui peraltro dimora Monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia e consigliere spirituale della Comunità di Sant'Egidio.
Inizialmente erano state prese in considerazione altre due sedi: la Comunità di Sant'Egidio e Palazzo Giustiniani. Ma alla fine la scelta è caduta su un luogo più defilato.
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