Cè un po del Padrino, che non vuole limiti al suo impero. Un po di James Bond, che sconfigge i cattivi. E un po di Fabrizio Boccardi, imprenditore milanese trapiantato in America. Michael Tiranno è lantieroe di The Seven Sins, thriller ambientato fra casinò, affari loschi e terroristi. Figlio di un contadino siciliano, il Tiranno è stato adottato dal Don più potente del momento. Però vuol farsi strada da solo, così lascia il Vecchio continente per il Nuovo. Las Vegas, dove costruisce i «7 peccati», il casinò da mille e un vizio che dà il titolo al libro. E poi al film, che Boccardi ha già in cantiere con il produttore Moritz Borman. Perché Las Vegas è anche il sogno di Boccardi: da quando ha messo piede sullo Strip ha deciso che il suo posto sarebbe stato lì, e avrebbe costruito un casinò tutto suo. Era il 1995. Oggi Boccardi ha 39 anni, vive a Las Vegas («ho una villa in un campo da golf, anche se non gioco») e ha creato il personaggio di Michael Tiranno. «Ho spiegato alleditore le mie idee, poi il libro lha scritto Jon Land».
Ma il Tiranno è davvero ispirato a lei?
«Beh, liberamente ispirato. Altrimenti avrei lFbi fuori dalla porta».
Ma, liberamente, qualcosa di suo cè?
«Cè qualcosa di reale, e cè molta finzione. Io sono milanese, non siciliano. Ho scelto la Sicilia perché in America attrae: tutti conoscono il Padrino e i Soprano».
Prima di arrivare a Las Vegas, il Tiranno fa affari dappertutto: Montecarlo, Africa, America Latina. È la sua esperienza?
«Ho vissuto dieci anni a Montecarlo. È stato il Principe Alberto a presentarmi la figlia di Paul Hanka ed è stata lei che, a Las Vegas, mi ha fatto incontrare il padre e Steve Wynn, il re dei casinò. In quegli anni avevo una società di import export: mi muovevo fra Cuba e Zaire per commerciare caffè, canna da zucchero, cacao».
E comè finito in America?
«A un certo punto sono passato al settore immobiliare, sempre in Costa Azzurra. Avevo un terreno a Nizza e volevo costruirci un casinò. Dopo un anno di trattative, gli accordi sono saltati. Ma ho cominciato a viaggiare negli Stati Uniti per i contatti con gli architetti e i consulenti. Così mi sono innamorato di Las Vegas».
Come mai proprio Las Vegas?
«È una città pazzesca. Lì tutto è possibile. Lestremo del lusso, lestremo del vizio. E poi i soldi... Avevo 27 anni e mi sono detto: ora o mai più».
Così si è trasferito...
«Era il 99. È da allora che ho in mente di realizzare i 7 peccati, che poi è il casinò del libro. Intanto ho costruito un marchio, King Midas World, cioè il mondo di re Mida: è lo stesso del medaglione che Michael Tiranno porta sempre con sé».
Che cosha di speciale questo casinò?
«La mia idea è di cambiare Las Vegas e il modo in cui la gente gioca: voglio che tutti si divertano, non solo chi ama le slot machine o i tavoli. Il problema è che, per realizzarlo, servono 3 miliardi di dollari».
E nel frattempo?
«In passato sono già stato in trattativa per due casinò a Las Vegas. Ora aspetto il momento giusto».
Non se la prende quando dicono che la sua creatura è il nuovo Padrino?
«No, anzi. Il Padrino è stato un grande successo. Ma il Tiranno non è solo un altro personaggio di mafia: è unidea, lincarnazione del sogno americano. Per questo vorrei che il film uscisse il 4 luglio 2011, il giorno dellindipendenza».
E chi interpreterà il Tiranno?
«Spero Johnny Depp».
Allora se i critici scrivono che ha ispirato il nuovo Padrino non si offende?
«Liberamente ispirato».
Liberamente...
«No, anzi. Compie azioni che io non farei mai.
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