"Io precario, licenziato da Beppe Grillo"

La denuncia di Piero Ricca, che urlò "puffone" a Berlusconi e ora si sente sfruttato dallo showman

Milano - Il «braccino corto» non lo ha mai nascosto, Beppe Grillo, che anzi sul binomio «genovese uguale tirchio» ha costruito una buona fetta di celebrità. Eppure non bastano le origini a far dimenticare i peccati. Non se l’accusa che viene mossa al comico fustigatore dei potenti è di comportarsi né più né meno come quei potenti, appunto, che ogni giorno, e con aggiornamenti orari, mette alla berlina sul suo Blog, con tanto di rubrica dedicata agli «schiavi moderni», popolo di precari-sfruttati-sottopagati (leggi la rettifica). E non se il dito puntato è quello di uno del quale non si può più dubitare, dopo che al bersaglio preferito del Grillo parlante, l’ex premier Silvio Berlusconi, un giorno di quattro anni fa in Tribunale gridò: «Buffone», anche se lui giura di aver urlato invece un più scanzonato, e meno insidioso dal punto di vista giudiziario, «puffone».
Come che sia, Piero Ricca la sua storia di «puffonato» la sta sbandierando ai quattro venti in rete, dal proprio sito web a Dagospia, e solo sul Blog di Grillo non se ne trova traccia.
Racconta Ricca che dopo un anno di collaborazione gratuita lo chiama Gianroberto Casaleggio, il gestore del Blog, per affidargli una rubrica di interviste. Gli offre cento euro per ognuna, Ricca ribatte che no, «la soglia minima di dignità» per lui è di duecento e che siano netti, Casaleggio accetta. Solo che poi, lamenta Ricca, non mantiene la promessa. Lui intanto intervista e scrive, le bombe atomiche di Aviano, la Tav, l’aids e l’acqua, sono tutti soddisfatti, anche Grillo si dice «orgoglioso di lavorare con te». Per tre volte Ricca chiede di esser pagato. Macché: il contratto non arriva, la richiesta di un fondo spese cade nel vuoto, la risposta è sempre la stessa: «Stiamo studiando la pratica con il commercialista». Nel frattempo Casaleggio propone a Ricca una collaborazione aggiuntiva, le relazioni web di una ditta di prodotti sanitari, ma Ricca rifiuta perché «io mi occupo di informazione, non di comunicazione aziendale». Poi la situazione precipita: l’ultimatum di Ricca sui pagamenti, i compensi che arrivano ma son lordi non netti, Casaleggio che respinge ogni protesta perché, riporta Ricca: «Tanto tu queste cose le fai lo stesso, se vai avanti un anno così diventi un punto di riferimento dell’informazione in Italia, non hai accettato l’altra collaborazione, di che ti lamenti?».
Non resta che rivolgersi a Beppe Grillo, lui sì che farà giustizia. E invece, dice Ricca, il comico prima fa Ponzio Pilato, «negli aspetti manageriali del Blog» lui non ci entra, dice; poi segnala «l’eccessiva aggressività» (sic!) di qualche intervista, citandone una che però, annota il precario, «non è stata realizzata per il suo Blog».

Infine, dopo averlo pregato di «non essere sospettoso», il comico scarica il collaboratore: «Tu sei uno che deve viaggiare da solo». Interpellato dal Giornale, Grillo ha risposto che «io Ricca l’ho visto solo una volta, sentite Casaleggio». Casaleggio ieri era sempre in riunione.

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