Scudetto 29 sull'albo d'oro. Poi la Juventus dirà 31 sul campo. Come quel gigantesco scudetto comparso sul terreno dello Juventus stadium appena l'arbitro ha fischiato la chiusura della straordinaria corsa juventina a caccia del secondo titolo della nuova era, accademicamente ribattezzata era Conte. Juve che si cuce il titolo con un rigore, magari rigorino: undicesimo della serie affidato alla cura di re Artù Vidal, l'ultimo cannoniere bianconero di questa stagione, l'uomo che ha lasciato il segno nel momento delle difficoltà a schiodare i risultati:5 gol nelle ultime quattro partite. Il Palermo ha provato a tener botta, Miccoli ha preso un palo, Pogba si è fatto espellere per uno sputo indirizzato ad Aronica, partita vera ed anche un po' tesa pur nella tranquillità che poteva accompagnare la Juve.
La Signora ha cominciato la partita da campione d'Italia (bastava un pareggio) ed ha chiuso da campionissima di questa stagione. Ha chiuso con un successo, si è ripresa lo scudetto che non ha mai mollato in tutta la stagione, sempre avanti e sempre più sola. La partita con il Palermo poteva essere quella del tranquillo metter tutti d'accordo, secondo vecchio stile del campionato. Invece è stata partita seria, vera, dove tutti hanno provato a giocarsela.
Il 5 maggio porta bene ai colori bianconeri. Talmente inatteso fu quello del 2002, così atteso questo: gustato per una stagione intera, riassaporato nella partita con il Palermo dove ciascuno ha fatto scorrere qualche emozione e la bontà del proprio calcio.
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