L’angelo dei cani randagi primo Cavaliere animalista

Sara Turetta, l’ex pubblicitaria che ha cambiato vita dedicandosi ai quattrozampe romeni, riceverà l’Ordine della Stella d’Italia

L’angelo dei cani randagi  primo Cavaliere animalista

Sara Turetta, un nome che nel campo del benessere animale, quello vero, generoso, solido e soprattutto fattivo, svetta come una montagna.

Fino al 2001 la vita di Sara è quella di una giovane pubblicitaria che si divide fra una brillante carriera e l’intensa attività come attivista dei diritti animali in Italia. Come nei romanzi o nei film, tutto cambia nella primavera di quell’anno, quando Sara inizia a interessarsi dei randagi di Romania, quelle centinaia di migliaia di cani sterminati dalle autorità nell’indifferenza generale e in un contesto di randagismo totalmente fuori controllo. Qualcuno potrebbe chiedersi perchè occuparsi della Romania, visto che in Italia non mancano certo i problemi. «Domanda» mi risponde «che mi sono posta anch’io all’inizio, ma quando ho fatto il mio primo viaggio a Bucarest, nel 2001, ho capito l’enorme differenza tra i due Paesi. Quello che più mi ha colpito è stato vedere centinaia di cani agonizzanti nelle strade, perché avvelenati o travolti da un’auto e la gente che gli passava sopra senza neanche degnarli di uno sguardo. Questo, per fortuna, non succede in Italia, dove, pur con tanti problemi irrisolti, la coscienza verso il benessere animale è cambiata radicalmente negli ultimi decenni». E così Sara comincia la sua spola tra Romania e Italia, consapevole che stando qui, nel suo paese, non avrebbe inciso minimamente su quella drammatica situazione, che è poi simile in Ucraina, Moldavia e Bulgaria, per restare in ambito europeo.

Nell’ottobre 2002, Sara si trasferisce stabilmente a Cernadova, cittadina a 180 chilometri da Bucarest, dove era partito un piccolo progetto di sterilizzazioni, poi abortito per motivi burocratici. Per tre anni Sara anni vive in un piccolo appartamento all’interno di un «bloc», i grigi casermoni retaggio del regime di Ceausescu. Il riscaldamento è a singhiozzo, l’acqua è razionata, le persone sono ostili: la presenza di un’italiana che gestisce un centro per la cura dei cani randagi risulta incomprensibile e crea sospetto. Nonostante ciò, alcune importanti donazioni di sostenitori italiani e lo strumento di Internet fanno crescere il rispetto per questa ragazza determinata, che parla e agisce in modo chiaro e convincente. A Cernadova cominciano a vedersi le magliette di Save the dogs, la cui sede ufficiale verrà fondata da Sara nel 2005 a Milano. Oggi l’associazione conta cinque dipendenti, e 42 operatori assunti a tempo pieno, oltre a due sedi in Romania: Cernadova e Medgidia.

«I rifugi per centinaia di cani che abbiamo fatto e continueremo a fare, su standard europeo» mi dice Sara «sono, al di là dell’aiuto per quei randagi, un’operazione culturale e sociale per indicare la strada a un Paese che versa in una situazione drammatica, da vari punti di vista. Noi vogliamo essere un modello culturale di riferimento ed è per questo che abbiamo attivato programmi educativi, di assistenza veterinaria ai poveri, di pet therapy».

Il prossimo 10 luglio Sara verrà insignita, a Bucarest, dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella d’Italia. Sarà la prima attivista per i diritti degli animali a ricevere il prestigioso riconoscimento concesso direttamente dal Presidente della Repubblica Italiana.

Un eccezionale riconoscimento, quello di Sara, splendido e meritato viatico per tutti quelli che si battono per un maggiore rispetto nei confronti di coloro che spesso definiamo «i nostri fratelli minori». Minori non so, fratelli, di sicuro.

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