L’ISTRUZIONE CHE CAMBIA

Insegnanti stranieri per bambini italiani. Inglesi, americani ma anche svizzeri o tedeschi. Le scuole straniere di Milano sono sempre più richieste dalle famiglie italiane. Nate, venti o trenta anni fa, per permettere ai figli di diplomatici o manager in trasferta di non perdere l’anno, sono diventati i college esclusivi di casa nostra. Poco «nostra» e molto «altrui», a dire il vero. Ma questo è un altro discorso. Piacciono perché sono organizzate, non fanno scioperi, insegnano benissimo da una a quattro lingue e a fine maturità rilasciano il baccellierato internazione, il diploma che apre le porte delle università di tutto il mondo. «Non è più l’inglese ad attirare - spiega Terence Haywood preside della International school of Milan frequentata da 1.200 alunni, 600 dei quali italianissimi (l’istituto ha tre sedi, Caccialepori, Paravia e Bellini) - Chi sceglie questa scuola fa propria una visione più ampia, sposa l’apertura verso il mondo, i programmi internazionali, le tecnologie». E infatti la seconda lingua che va per la maggiore è il cinese. Chi vuole iscrivere il figlio in una di queste scuole deve pensarci subito, a tre, quattro, massimo 5 anni, «dopo, per un italiano è troppo tardi, a meno che non abbia vissuto all’estero e non conosca benissimo l’inglese». Così le liste d’attesa sono tutte concentrate nel periodo delle materna. «Le domande sono decisamente in aumento - conferma Haywood - Negli ultimi sette anni siamo stati contattati da enti e aziende che ci hanno chiesto aiuto per aprire scuole internazionali in altre città, da Palermo a Siena. E i Paesi europei non sono da meno». Insomma il futuro è global. Ma quanto costa un’educazione internazionale? Non è proprio a portata di tutte le tasche. La scuola Svizzera di via Appiani, come la tedesca di via Legnano (5.100 euro l’anno), si avvale di sussidi governativi ma solo per gli svizzeri, che sono però in minoranza, 129 su un totale di 378 alunni. Gli altri sono tutti italiani e pagano una retta annua che va da 4mila200 euro (materna) a 6mila440 (superiori). Le cifre sono al netto di mensa, trasporti, libri e attività extrascolastiche. Alla Sir James Henderson di via Pisani Dossi come all’American School di Noverasco di Opera si spazia dagli 8mila euro l’anno per i più piccoli ai 14mila per i più grandi. «In effetti costa come comprare una casa - ammette Antonella mamma di due adolescenti di 13 e 15 anni, entrambe, come lei stessa a suo tempo, alunne della International school - Fra un appartamento e un’esperienza di vita abbiamo preferito regalar loro la seconda. Le vedo felici e lo sono anch’io». Paola, avvocato, ha scelto per il suo Riccardo, 5 anni, la Saint Louis School di via Caviglia: «Ho studiato nelle scuole italiane e non sono mai stata contenta, non mi piaceva il fatto di sentirmi costretta ad apprendere. Ho scelto questa scuola perchè voglio che mio figlio sappia l’inglese e cresca con l’idea che imparare è bello. Le altre mamme italiane? Magari hanno fatto esperienza all’estero prima di tornare in Italia e non vogliono che i figli incontrino le difficoltà che hanno avuto loro. Insomma, oggi siamo tutti cittadini del mondo». Monica, mamma di due bambine di 4 e 2 anni ha scelto la scuola svizzera: «Soprattutto per il bilinguismo, tedesco e italiano sono le prime lingue ma con la maturità i ragazzi sanno esprimersi bene anche in francese e inglese. Senza trascurare italiano e latino».
E ai ragazzi? Piace l’approccio pratico.

«I professori non spiegano in maniera tradizionale ma coinvolgono sempre gli studenti - spiega Gregory Wright marketing manager del Sir James Henderson - La scienza si fa nei laboratori ma non un’ora a settimana, sempre. E poi i ragazzi apprezzano molto le attività extrascolastiche, dal teatro alla musica, agli sport. I più grandi partecipano anche a gruppi di interesse sulle questioni mondiali, dall’ambiente alle Nazioni unite».

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