Elena (Anna Foglietta) è una trentacinquenne bella e un po' nevrotica, con una personalità incredibilmente ancora in formazione e segnata da una storia che l'ha fatta molto soffrire in passato. Un giorno, per un banale incidente, incontra due persone diversissime tra loro ma che diverranno entrambe sue amanti: Ettore (Bruno Wolkowitch), un affascinante produttore cinquantenne e Adriana (Lorena Cacciatore), una spregiudicata lolita bisognosa di attenzioni.
Attraverso la riscoperta della propria sessualità, Elena riuscirà piano piano a riappacificarsi con se stessa e col mondo dei sentimenti, superando i propri sensi di colpa.
La brava Anna Foglietta interpreta una donna avvenente ma mediamente insicura e dalla sensibilità romantica che nel muoversi in un mondo di sempre più liberi costumi come quello attuale ne esce prima a pezzi, poi tenta di uniformarsi ai gusti altrui, infine impara a fregarsene e a vivere senza porsi più domande. Questa in sintesi la storia della protagonista di "L'amore è imperfetto", trasposizione cinematografica dell'omonimo romanzo di Francesca Muci, qui alla sua prima regia di un lungometraggio dopo una serie di documentari per la Rai.
Il target di riferimento è probabilmente lo stesso pubblico che ha decretato in tempi recenti il trionfo del porno-soft in libreria; la pellicola punta su pruriginose riprese di sesso tra donne, sullo spogliarello dell'aitante Giulio Berruti, su scene di autoerotismo con uso improprio del telefonino e sulle note romantiche delle canzoni di Tiziano Ferro.
Si cerca empatia con il pubblico femminile delle più disparate età, a cominciare dalle tante donne che a seguito di una delusione pensano di non lasciarsi più travolgere dalle emozioni, fino ad arrivare a quelle con la sciagurata aspirazione all'amore perfetto che si trovano invece a fare i conti con le vere sembianze in cui si declina il sentimento nella realtà, ossia in maniera assolutamente casuale sia in termini di genere sessuale che di età
anagrafica.Si tratta di una pellicola non facilmente classificabile in un genere preciso perché presenta sporadici tratti da commedia ricamati sopra un tessuto ora esplicitamente erotico, ora melodrammatico ed esistenziale.
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