L'arte che non ti aspetti alla Fabbrica del vapore

Malgrado la crisi evidente che ha determinato la chiusura di numerose gallerie, il mercato dell'arte a Milano ha cominciato il nuovo anno con inaspettati sussulti. Così, a poco più di un mese di distanza dalla fiera Miart e dopo neppure due settimane dalla «controfiera» organizzata a Palazzo del Ghiaccio dal mensile Flashart, questo weekend va in scena un'ennesima kermesse dedicata ai collezionisti intitolata «Step 09». La location di questa nuova passerella di mercanti d'arte contemporanea è la Fabbrica del Vapore, l'area ex industriale di via Procaccini che di tanto in tanto ospita eventi che a diverso titolo si richiamano alla creatività (l'ultimo, molto discusso, ha visto in mostra una sequela di corpi scarnificati e plastificati).
Oggi, fino a domenica, la «cattedrale» di 1.600 metri ospiterà l'esibizione di una trentina di gallerie italiane e no selezionate dal critico Valerio Deho, direttore di Kunst di Merano. Rispetto al «Flashart Event», che ha portato a Milano le major nazionali con mostre prevalentemente monografiche, «Step 09» punta sul filone esotico, portando a Milano giovani gallerie dei mercati emergenti, quelli a cui maggiormente ambiscono oggi artisti e mercanti. Tra le presenze, si registrano la Guan Xiang Art Gallery di Taipei, la Gallery Genius Art International, Belgrado-Basilea, la Krupic Kersting Galerie, Colonia, la Nag Gallery di Dublino, oltre a un interessante focus sulla realtà artistica di Taiwan.
In mostra artisti emergenti e non solo, tra pittura, fotografia e videoarte. «Questa nuova fiera, che nella passata edizione ha registrato 20mila visitatori, dimostra che il mondo dell'arte ha deciso di scommettere su Milano come luogo privilegiato per il contemporaneo».
Sarà vero? Di sicuro la crisi non ha smorzato ma anzi ha rinvigorito la voglia di arte da parte del pubblico degli appassionati, prova ne è stato il grande afflusso di pubblico alla recente manifestazione a Palazzo del Ghiaccio e anche alla recente Artefiera di Bologna. Che a questo corrisponda un corrispettivo movimento d'affari è altra storia. Il curatore di Step-09 ha un'idea molto chiara: «Probabilmente la risposta sta nel fatto che il mondo dell'arte sente il bisogno di ritrovarsi, di guardarsi in faccia, di ripristinare un dialogo con il pubblico e i collezionisti, potenziali o di tradizione, che ormai le gallerie non riescono più da sole a soddisfare.

Il gallerista, colui che non solo vende le opere d'arte ma sceglie, seleziona, lancia nuovi artisti, fa cultura in senso vero, cerca nuovi spazi di incontro al di fuori del proprio spazio espositivo. La galleria al di là delle inaugurazioni vede poca partecipazione del pubblico, sta vivendo un periodo difficile di evoluzione e di cambiamento». Si vedrà.

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