La Lega porta via voti al M5S: il voto di protesta lascia Grillo

Negli ultimi sondaggi i Cinque Stelle perdono terreno e la Lega Nord cresce. E il M5S lancia il referendum contro l'euro: "In guerra con la Bce, non con l'Isis"

La Lega porta via voti al M5S: il voto di protesta lascia Grillo

Il M5S rischia già di essere una delle tante meteore della politica italiana. L'elettorato già sta abbandonando la premiata ditta Beppe Grillo & Gianroberto Casaleggio. E il voto di protesta, che alle ultime elezioni politiche ha premiato i Cinque Stelle, si sta spostando verso la Lega Nord. "Matteo Salvini è in tv tutti i giorni da mattina a sera, in collegamento o in studio, seduto o in piedi - spiega Elisabetta Gualmini sulla Stampa - mentre Grillo, in una fase di smarrimento, si sta ritraendo, tutto casa e blog. E nessuno lo va a cercare".

Secondo lo studio pubblicato dalla Stampa, il voto di protesta si sta "migrando" dal Movimento Cinque Stelle, che risulta essere "sempre più opaco e disperso", verso la Lega Nord. Dai sondaggisti Matteo Salvini è infatti considerato l’uomo forte del momento. Il suo partito cresce, di settimana in settimana. E migliora anche la fiducia degli italiani in lui. Secondo la Gualmini ci sarebbero divere analogie principali che renderebbero possibile un ideale passaggio di consegne. Perché la percentuale di elettori che potrebbe spostarsi dal M5S alla Lega Nord è davvero consistente. In primis c'è la leadership di Salvini che, anche grazie a una "illimitata visibilità" su televisioni e quotidiani, gli permette di oscurare il comico genovese.

Intanto, per recuperar terreno, a Bruxelles il M5S lancia la campagna contro l'euro.

"Siamo stanchi dei sacrifici, vogliamo riprenderci la sovranità della nostra moneta, salvare le nostre aziende; è caduto il Muro, non quello delle carte di credito", ha detto il leader del M5S presentando all'Europarlamento il referendum per abolire la moneta unica. "Noi non siamo in guerra con l’Isis o con la Russia, ma con la Bce - ha continuato - mentre glorifica il muro, la riunificazione l’abbiamo pagata noi ed i cittadini della Ddr".

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