Si chiama Denim Day è avrà luogo per la prima volta in Italia il 29 maggio, il movimento americano, nato 15 anni fa grazie all'associazione Peace Over Violence di Los Angeles, vuole sensibilizzare contro la violenza e lo stupro sulle donne. La regola è quella di indossare appositamente un paio di jeans in risposta a un fatto brutale accaduto a Roma nel 1992, ma principalmente nei confronti della sentenza della Cassazione del 1998 che annullò la condanna per stupro perché la vittima indossava un paio di jeans stretti. Dopo la sentenza annullata, le rappresentanti femminili del Parlamento italiano scesero in aula indossando jeans aderenti come forma di protesta, seguite dal Senate and Assembly della Calfornia.
Il fatto, accaduto nel 1992, ha come protagonista una giovane ragazza di 18 anni alle prese con la sua prima lezione di guida. L'istruttore 45enne dell'autoscuola abusò di lei per un'ora costringendola al silenzio con la minaccia di morte. La ragazza, spaventata, però decise di confessare alla famiglia la violenza subita, a cui fece seguito la denuncia e la condanna dello stupratore. Ma la Corte di Cassazione nel 1998 l'annullò perhé la giovane indossava un paio di jeans, secondo l'analisi il pantalone aderente implicava la consensualità da parte della vittima: «perché la vittima indossava i jeans molto, molto stretti, doveva aiutarlo a togliergli ... e rimuovendo i jeans ... non era stupro ma sesso consensuale».
L'incredibile sentenza fece scalpore e smosse l'opinione pubblica, per questo da 15 anni indossare jeans stretti per il Denim Day è diventata una forma di protesta forte, necessaria per sensibilizzare contro l'abominio dello stupro.
Nel 2008 la decisione della Cassazione è stata annullata definitivamente, indossare un jeans non può considerarsi una difesa e neppure sottendere alla consensualità dello stupro. La Denim Day verrà organizzata il 29 maggio grazie alla Guess Foundation Europe e con il patrocinio di The Circle Italia a favore di Di.Re: Donne in rete.
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