L'hanno definito il «federatore» o l'«uomo dei miracoli». Stefano Parisi, 59 anni, è riuscito a tenere insieme Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni e ad allargare la coalizione del centrodestra a Milano all'ex ministro Maurizio Lupi (capolista di «Milano Popolare») e l'ex ministro Corrado Passera. Parisi sogna di lanciare da Milano «una rivoluzione liberale-popolare» (la chiama «Lib-Pop»). Sposato da 32 anni con Anita Frideman, vicepresidente della Fondazione Italia-Israele, Parisi è un romano che vuole difendere Milano da Roma: il minimo è garantirle più autonomia, l'obiettivo vero trasformarla in una «città-Stato». Nella sua carriera è saltato dall'Ufficio studi della Cgil alla direzione generale di Confindustria, è stato capo della segreteria tecnica di Gianni De Michelis, per anni capo del Dipartimento Affari economici, nominato da Giuliano Amato, confermato da Carlo Azeglio Ciampi, poi da Lamberto Dini. City manager quand'era sindaco Gabriele Albertini a Milano dopo gli anni di Tangentopoli, ad di Fastweb e nel 2012 ha fondato la società Chili Tv per fare concorrenza a Netflix. Da 3 mesi si dichiara «un politico a tutti gli effetti».
Per ora ha promesso ai milanesi di azzerare l'Irpef, spegnere gli autovelox-trappola e tolleranza zero contro le occupazioni abusive. «Il futuro del centrodestra è moderato», sostiene. Per ora ha convinto Salvini salire sul palco a Milano con camicia e cravatta invece della felpa.ChiCa- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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