Ci ha pensato molto per trovare una parola che funzionasse in italiano. Poi l'ha scelta: virtuista. E ne ha descritto il suo mito, «il mito virtuista» appunto.
Quando si pensa a Vilfredo Pareto, si pensa al matematico vissuto a cavallo del Novecento, all'economista, semmai all'amico di Maffeo Pantaleoni (quello che odiava le tasse), raramente al polemista. Le duecento pagine de Il mito virtuista e la letteratura immorale in effetti sono scomparse per circa un secolo e poi rimesse in circolo da quegli eroi editoriali che rispondono al nome di Liberilibri. Si tratta di una denuncia favolosa del politically correct . Dell'epoca, ovviamente. Il tema da cui si parte è il sesso e le sue censure. Pareto, da matematico e logico, ci spiega come sia mestiere impossibile definire la letteratura immorale, ci porta per mano per la storia greco-latina, ridicolizza i divieti che ne conseguirebbero e infine dimostra l'irrealizzabilità degli stessi. Ci ricorda come l'insorgere del virtuismo vada di pari passo con le restrizioni delle libertà (ne abbiamo parlato poche settimane fa traendo spunto dallo Stato Padrone di Antonio Martino). Scrive Pareto: «È vero che noi abbiamo avuto i nostri ipocriti, bacchettoni, pinzocheri, bigotti, ed altri simili scarafaggi; ma nessuno di costoro si può uguagliare al virtuista, che è schietto prodotto protestante della Germania e degli Anglo-Sassoni». Se ci pensate è interessante il capovolgimento dei nostri pensieri più pigri: la patria dell'ipocrisia non è certo quella mediterranea.
Il mito virtuista è dedicato al bigottismo di inizio XX secolo, specialmente quello a sfondo sessuale. Ma è pieno di riferimenti che ci portano ai giorni nostri. «I signori difensori della morale pubblica hanno il diritto di dire che la loro opinione è buona e che ogni opinione contraria è cattiva; ma non vengano a raccontarci che solo un uomo disonesto può avere un'opinione contraria alla loro» . Vi ricorda qualcosa? Potremmo citare mille esempi e mille cronache.
Proprio questa settimana hanno arrestato uno dei miti del virtuismo, quel signore che gestiva l'aeroporto di Palermo, proclamava la legalità in tutte le passerelle per poi intascare le mazzette grazie all'incarico pubblico che le sue presunte virtù gli avevano consegnato. Ecco, il virtuismo di Pareto è il politically correct di oggi: dalla mafia alla legalità, dalla sinistra al populismo, dalla civiltà classica greco-romana a quella anglosassone.
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