«Sfido chiunque a riprodurre limmagine sindonica. Nessuno è in grado di farlo...». Il professor Giulio Fanti, docente di misure meccaniche e termiche alluniversità di Padova è convinto dellinattendibilità della datazione al radiocarbonio effettuata nel 1988 sulla Sindone di Torino, il lenzuolo che secondo la tradizione avrebbe avvolto il corpo di Gesù nel sepolcro. E lo intende dimostrare, portando nuovi elementi sulla modalità in cui la misteriosa immagine si è formata, con il volume La Sindone. Una sfida alla scienza moderna (Aracne editrice, pp. 608, 42 euro) a giorni in libreria. Il Giornale lha intervistato, alla vigilia del documentario che la Bbc manderà in onda il Sabato santo. Nel filmato uno degli scienziati che fecero la datazione al carbonio 14 stabilendo che la Sindone risaliva al medioevo, Christopher Ramsey, ha sostenuto che quei risultati potrebbero essere messi in discussione dagli «effetti ambientali».
Partiamo dalla datazione. Che cosa ha scoperto?
«Non è una scoperta solo mia. Rifacendo i calcoli sulla base dei dati forniti dai tre laboratori che eseguirono lesame al radiocarbonio nel 1988 ci si rende conto che è stato commesso un errore di calcolo. Lattendibilità della datazione medioevale è pari soltanto all1,2 per cento. Cioè assolutamente inattendibile».
Comè potuto accadere un errore di questo genere?
«Diversi studiosi hanno dimostrato già da tempo che i risultati della datazione, in base al test statistico cosiddetto di Pearson, hanno una probabilità superiore al 95 per cento di non corrispondere a quelli della Sindone. È stato inserito nella formula un numero sbagliato, che ha falsato il risultato finale, un 31 è stato sostituito con un 17. Questo farebbe pensare persino a una manomissione finalizzata a ottenere il risultato desiderato».
È unaccusa grave...
«I numeri sono numeri. E sono inattendibili. Queste confutazioni sono scritte da scienziati. Forse cè una lobby che teme la verità su quei calcoli, teme di doversi rimangiare il risultato sulla Sindone di origine medioevale, quando tutto, invece, lascia pensare che sia molto più antica e che risalga al primo secolo».
Perché, allora, quella data medioevale?
«Nel mio libro pubblico i risultati di una recentissima ricerca fatta dal ricercatore Gerardo Ballabio: riesaminando il dato delle età dei tre campioni presi in considerazione dai laboratori si nota una variazione che arriva anche a 200 anni nello stesso piccolo brandello di tessuto. In pochi centimetri quadrati, una variazione enorme. Questo indica inequivocabilmente che cè stata una contaminazione esterna e dimostra linattendibilità del risultato».
Quali contaminazioni potrebbero aver falsato letà della Sindone?
«Sono diverse. Dal sudore delle mani di chi stendeva il lenzuolo, tenendolo proprio nella zona da cui sono stati prelevati i campioni, allincendio avvenuto nel 1532 a Chambery. Infine, non bisogna sottovalutare lelemento delle radiazioni... ».
Che cosa centrano le radiazioni con la Sindone?
«Per riprodurre unimmagine in quel modo bisogna supporre una fonte di energia agente a distanza, ma che si scatena dallinterno del corpo delluomo che vi è avvolto. Una radiazione di grande intensità ma di brevissima durata, millisecondi, forse solo nanosecondi. Stiamo cercando di verificarlo a livello sperimentale allEnea di Frascati. È stato come un lampo».
E che cosa lavrebbe provocato? La risurrezione?
«Non lo sappiamo. Sappiamo solo che lunico modo per cercare di ottenere qualcosa di simile alla Sindone, anche se per il momento in un frammento piccolissimo di tessuto, è una forte radiazione».
Dunque la Sindone non è dipinta...
«No. Assolutamente no. Chi continua a dire che è stata realizzata da Leonardo, o che è stata fatta scaldando un bassorilievo, non sa quel che dice. Nella Sindone non cè passaggio di colorazione attraverso le fibre del lino. Limmagine si è formata per irradiazione».
Non credo che il Comitato di controllo sul paranormale, sarebbero daccordo...
«Devo smentirla. Proprio il Cicap, a Torino, nel 2002, ha concluso che il modo in cui limmagine si è formata non è chiarito. Sfido chiunque a rifare una copia della Sindone con le stesse caratteristiche microscopiche e macroscopiche.
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