Agenti contro pm: «Non siamo segretari»

Hanno iniziato i poliziotti di «destra», gli aderenti al sindacato Ugl. Poi si sono aggiunti quelli di «sinistra», ovvero il Silp Cgil. Di fatto, è una mobilitazione bipartisan che a Palazzo di giustizia raccoglie i mugugni degli investigatori di ogni colore, agnostici compresi. Poliziotti contro pubblici ministeri. Per la legge, le squadre di polizia giudiziaria dovrebbero essere il braccio operativo dei magistrati sul fronte delle inchieste. Dovrebbero raccogliere le prove, cercare i colpevoli, lavorare per incastrarli. Peccato che, secondo le proteste dei sindacati, gli agenti vengano usati per tutt'altro modo. Di fatto, dicono, facciamo i segretari. Invece di indagare, facciamo fotocopie. E subiamo persino «atteggiamenti vessatori» da parte dei pm.
Il tema è complesso, perché è figlio diretto di una realtà - i buchi negli organici del personale amministrativo in servizio in Procura - che è sotto gli occhi di tutti. Da tempo, i vertici della magistratura milanese denunciano i danni che le carenze di cancellieri e funzionari causano all'efficienza della macchina-giustizia. Ma queste carenze non possono essere tappate distogliendo i poliziotti dal loro lavoro, scrivono al procuratore Bruti Liberati l'Ugl e la Cgil.
É una realtà che chiunque bazzichi la Procura conosce bene, e che riguarda non solo la polizia di Stato ma anche Guardia di finanza e carabinieri. Questi ultimi sono ancora militari, e quindi non hanno voce sindacale. Ma il disagio manifestato dai colleghi della Ps lo vivono anche gli appartenenti alla Benemerita e alle «fiamme gialle» addetti agli uffici del pm.
«É risultato - scrive la Cgil a Bruti - che alcuni colleghi assegnati a pubblici ministeri da Lei diretti vengano di fatto impiegati per svolgere funzioni di segretario in palese stridente contrasto con le norme del codice di procedura penale. Ella certo comprenderà, signor Procuratore, come qui non si discuta di senso del dovere o di attaccamento alle istituzioni, ma di stigmatizzare inaccettabili atteggiamenti vessatori».
Ancora più dettagliata la protesta dell'Ugl, che parla di «equivoco sul ruolo e sui compiti che la polizia giudiziaria è chiamata a svolgere negli uffici della Procura. Lo spirito di collaborazione non può essere frainteso quale passiva disponibilità ad effettuare compiti non dovuti, conseguentemente non retribuiti, e lontani dalle specifiche mansioni previste per chi sceglie di essere un poliziotto. Nel tempo, la collaborazione si è trasformata in un contratto a titolo gratuito».
E ancora: «Alcuni sostituti delegano tutto tranne l'unica cosa che dovrebbe essere delegata, l'attività di indagine».

Anche l'Ugl contesta severamente il modo in cui i poliziotti-tuttofare vengono trattati dai pm: «Molti sostituti richiedono “obbligatoriamente” la presenza del personal e della polizia giudiziaria quando sono di turno, anche durante i giorni festivi e fuori dall'orario di servizio. Le richieste dei sostituti, forti anche di una supremazia difficile da contrastare, sono dilaganti». Per questo, denunciano i sindacati, c'è anche chi ha chiesto di essere trasferito.

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