Una volta c'era l'ora di educazione civica, quella in cui i prof si limitavano a spiegare come nasce una legge e quali sono i primi articoli della Costituzione. Oggi si cerca di andare oltre e di capire come i giovani vivono diritti e doveri.
L'Ordine degli avvocati e la Provincia di Milano hanno organizzato un corso di legalità in 19 istituti di formazione professionale. E le lezioni sono state una buona occasione per fare il punto anche sul fenomeno di bullismo. Risultato: uno studente su due denuncia episodi di violenza - fisica o psicologica - a scuola. Le pressioni e le minacce sembrano avvenire indistintamente tra maschi e femmine e sono in aumento. O meglio, i bulli operano sempre più alla luce del sole, infischiandosene di giudizi e punizioni. Da qui l'idea dell'Ordine degli avvocati milanesi di organizzare «interventi educativi e preventivi sempre più mirati».
Anche perché, bullismo a parte, il quadro che emerge è piuttosto preoccupante. Innanzitutto gli studenti (1.400 quelli che hanno partecipato alle lezioni e 240 quelli che hanno risposto a un test a fine corso) percepiscono la legalità come «un'imposizione». E poi perché reputano del tutto normali alcuni comportamenti illegali: per un adolescente su quattro è legittimo «dare un pugno a qualcuno per far valere un proprio diritto», per il 38% è nella norma «fumare saltuariamente marijuana». Altri considerano ammissibile «rubare oggetti di poco valore nei negozi», «mentire in tribunale per difendere un amico» o «guidare senza patente». Il 40% non pensa sia reato «scrivere sui muri» e altri reputano del tutto naturale «insultare un vigile urbano troppo fiscale».
In base al quadro disegnato dagli avvocati, se si va ad approfondire come mai i ragazzi trasgrediscono le regole sociali, «si evince come l'effetto gruppo o branco siano la motivazione principale che porta gli adolescenti a compiere determinati comportamenti». Chi trasgredisce lo fa perché emula un amico o perché crede di non avere nulla da perdere.
«Da parte di chi educa - sostiene Paolo Giuggioli, presidente dell'ordine degli avvocati - c'è bisogno di cervello e cuore per rispondere alla necessità dei giovani di autenticità, affiché possano a loro volta porre fiducia negli adulti. Abbiamo intenzione di intensificare il nostro intervento nelle scuole per colmare quel vuoto di valori e di partecipazione che non permette ai giovani di riempire di contenuti la propria vita». «Abbiamo deciso - aggiunge l'assessore provinciale alla Formazione Giovanni Del Nero - di accompagnare gli adolescenti in un importante percorso di consapevolezza su diritti e doveri. Troppo spesso abbiamo delegato ad altri un compito che, in qualità di adulti, ci obbliga ad essere in prima persona testimoni solidi e coerenti di modelli sani di cittadinanza».
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