È l'unica festa che abbia attraversato indenne l'Italia liberale, fascista e repubblicana e ricorda l'Unità nazionale faticosamente raggiunta dopo tre guerre d'Indipendenza e la Grande guerra. Un evento molto sentito, festeggiato in città con una serie di iniziative al Sacrario dei Caduti e in piazza Duomo, ma anche in tanti negozi del centro che hanno aperto le loro vetrine per mettere in mostra cimeli e divise d'epoca.
La data fu scelta nel 1919 perché proprio il 4 novembre dell'anno prima si era concluso, con la richiesta di pace da parte degli Imperi Centrali, il primo conflitto mondiale. Era la fine di un sogno iniziato nel 1848 con la Prima guerra d'Indipedenza, ma anche di sforzo immane, costato alle nostre forze armate un milione di morti, dispersi, feriti e mutilati. E proprio a loro va il primo ricordo della giornata. Questa mattina alle 9.30 presso il Sacrario dei Caduti di largo Caduti milanesi per la Patria, nei pressi di piazza Sant'Ambrogio, verranno deposte corone d'alloro. Le celebrazioni si sposteranno poi a mezzogiorno in piazza Duomo dove reparti in armi delle varie forze armate formeranno un unico schieramento, affiancato da associazioni combattentistiche e d'arma, labari e gonfaloni, mentre comporranno un unico complesso le fanfare dell'Aeronautica militare e dei Carabinieri. Al suono dell'inno nazionale l'alzabandiera, verranno letti i messaggi delle massime cariche dello Stato, seguiti da un concerto delle fanfare.
Molti poi i negozi del centro che, come tradizione, hanno aperto le loro vetrine alle diverse componenti delle forze armate dedicando esposizioni di oggetti militari, bandiere, cimeli e uniformi dell'esercito la libreria Rizzoli, l'argenteria Bernasconi e «Stampe e dipinti» in Galleria Vittorio Emanuele. L'Aeronautica militare ha allestito una vetrina particolare al suo «store» di corso Buenos Aires 14, ma anche presso il negozio Ferrari in piazza Liberty. Hanno invece scelto una pasticceria, la Cova di via Montanapoleone, i Carabinieri che hanno messo in mostra alcune loro uniformi storiche in particolare dell'epoca risorgimentale e del primo Novecento. Per l'Arma si tratta poi di un'importante «vigilia» perché il prossimo anno festeggerà i 200 anni dalla sua fondazione.
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