Odiare è la vera priorità, pare che non pensino ad altro. E già si preparano a nuove pagine di odio.
Gli antagonisti si proclamano grandi difensori del popolo palestinese, ma tutto questo afflato in cosa si traduce concretamente? Nel brutto spettacolo di urla e insulti che da anni si ripete il 25 aprile, macchiandolo.
Ogni anno in piazza San Babila gli esponenti della Comunità ebraica di Milano, che prendono parte al corteo celebrativo della Liberazione, vengono verbalmente aggrediti. Loro e lo Stato di Israele, un Paese amico dell'Italia (e di Milano) che viene definito «terrorista» o «assassino», in quella come in altre manifestazioni che si ripetono nelle strade del centro. Da lì scaturisce tutto questo odio. E in alcuni casi, paradosso dei paradossi, non ne vengono risparmiati neanche i reduci dei campi di sterminio, a loro volta incredibilmente fischiati.
Questo spettacolo va in scena da anni, ma per l'anno scorso - ne ha dato notizia ieri Il Giornale - nove nomi sono finiti nel registro degli indagati: nomi dell'area antagonista evidentemente citati nel rapporto della Digos. La giustizia ora farà il suo corso, ma qualcosa si può già dire sull'ideologia che genera questa vergogna, contro la quale meritoriamente, ha sempre detto parole chiare il presidente milanese dell'Anpi, Roberto Cenati. La Brigata ebraica ha contribuito alla Liberazione dell'Italia. E quegli uomini hanno partecipato alla nascita di Israele. È questo che gli antagonisti non possono tollerare. Davide Romano, direttore del Museo della Brigata ebraica, che ha sede in corso Lodi, commenta così le notizie sugli odiatori: «Li vediamo ogni 25 aprile, molto aggressivi verbalmente e non so cosa succederebbe se non ci fossero le forze dell'ordine a proteggerci. Quello che ci urlano con la bava alla bocca è sintomo di un odio che deve preoccupare tutta la società italiana. La loro non è una normale e legittima critica politica ma un vero e proprio desiderio di cancellare la nostra presenza dal 25 aprile. Fosse per loro, l'intera storia della Brigata ebraica andrebbe cancellata, alcuni di loro ne negano addirittura l'esistenza». «Noi invece restiamo - avverte - per difendere la memoria di quegli eroi caduti per il ritorno della democrazia nel nostro Paese. E per difendere la storia di quei soldati ebrei migrati nel nostro Paese insieme agli anglo-americani per portarci la libertà. Quella libertà che queste persone non possono tollerare».
Intanto, a riprova della ossessione anti-Israele, l'area antagonista si prepara a una nuova contestazione: in un comunicato delirante on line si parla di «campagna di strumentalizzazione della Brigata ebraica all'interno delle mobilitazioni per il 25 Aprile», si accusa la «Milano istituzionale» di aver creato «attorno alla Shoah una vera e propria industria
propagandistica». «Di fronte a tutto questo - si legge ancora - abbiamo la possibilità e la responsabilità di opporci a chi da tempo a Milano (e nel resto d'Italia) vuole trasformare il 25 Aprile in una parata della vergogna».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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