Se, del velleitario e vago programma elettorale di Pisapia, c'era una parte che meritava qualche attenzione per la sua presunta concretezza, era quella che riguardava il traffico. Chi di noi, infatti, a prescindere dagli orientamenti politici, non è interessato a muoversi più agevolmente in una città finalmente meno congestionata? Ebbene anche su questo punto la giunta arancione ha fatto cilecca, anzi ha peggiorato la situazione precedente. Infatti non si vede per quale ragione i circa 4 milioni di milanesi e city user - quelli, cioè, che quotidianamente vengono a Milano per lavorare e «usano» la città per l'intera giornata - dovrebbero compiacersi della riduzione del traffico nella ristrettissima Area C, un vantaggio per un'esigua minoranza ma un disagio e una tassa per tutti gli altri.
Per il resto cosa ha fatto questa amministrazione per ridurre il traffico? Vediamo: obbedendo ai diktat dei vari comitati ha praticamente azzerato il piano parcheggi, dunque chi non ha già un box non potrà che parcheggiare per strada, in seconda fila o sui marciapiedi. «Ma il nostro obbiettivo - sostengono gli ideologi della famosa "decrescita dolce" - è scoraggiare non solo l'uso ma anche il possesso dell'automobile». Bene, ma per ottenere questo (discutibile) risultato non basta l'invasione delle biciclette, mezzi adatti a percorsi relativamente brevi. Serve soprattutto un esponenziale sviluppo del trasporto pubblico, soprattutto nell'area metropolitana, vista la prevalente natura degli spostamenti dei milanesi. E invece che ti fa Pisapia? Aumenta del 50 per cento il prezzo del biglietto, taglia le nuove linee della metropolitana già programmate, trascura la manutenzione delle stazioni, non istituisce nuove linee di superficie (ma noi facciamo il tifo per il ritorno dell'amato milanesissimo tram ovunque sia possibile), allunga la durata dell'orario estivo dei mezzi addirittura fino a metà settembre, fingendo di ignorare che la città non sui svuota più come ai tempi delle fabbriche e che chi resta qui a lavorare ha bisogno del mezzo pubblico esattamente come durante il resto dell'anno. Insomma, fa di tutto per rendere più costoso e difficile, per scoraggiare l'uso del mezzo pubblico e quindi per spingere al massimo utilizzo dell'automobile. Moltiplicare parossisticamente i punti BikeMi di noleggio delle bici ormai sembra quasi un alibi, un modo per dare l'impressione che qualcosa si fa. D'altra parte Area C altro non è che l'evoluzione dell'Ecopass introdotto dal precedente sindaco Letizia Moratti, così come il sistema di bike sharing. Dunque neanche di queste due operazioni (discutibili) Pisapia e il suo assessore al traffico Maran possono menar vanto, perché non hanno fatto altro che infiocchettare idee di altri - da loro criticatissimi.
Ma se la riduzione del traffico era il nocciolo centrale del programma, da cui dipendeva anche la questione ambientale che tanto sta a cuore a questa giunta, cosa resta della «rivoluzione arancione»? Praticamente nulla.
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