Il primo giorno senza Area C spacca la città in due: da un lato gli ambientalisti e i padri del provvedimento, affranti. Dall'altra la Milano che festeggia «la liberazione dalla tassa», che risale in auto (il traffico ai varchi è aumentato del 25%) e che scende in piazza con i calici pieni di spumante offerti dalla Lega e con le magliette: «Pisapia non C tassa».
Restano le domande del post sospensione: chi farà ricorso avrà più possibilità di vincere? I pagamenti dei mesi scorsi saranno rimborsati? Che fine faranno i ricorsi al Tar ancora pendenti (presentati da gruppi di parcheggiatori, Lega e comitati di negozianti e residenti)? La confusione è parecchia. A chiarire le cose ci pensa il giudice di pace Vito Dattolico, già pronto a ricevere una marea di ricorsi. «Innanzitutto - frena - bisogna aspettare l'udienza del Tar di ottobre e capire se verrà confermata l'ordinanza del Consiglio di Stato o meno. Per ora verranno sospesi i ricorsi presentati da chi ha preso una multa nell'arco dell'ultimo mese». Un congelamento in piena regola, in attesa di capire se Area C verrà dichiarata realmente illegittima. «Sospendendo il ticket con un procedimento cautelare - rileva Dattolico - si riconosce la sua effettiva dannosità economica». Di fatto, il provvedimento è stato fermato prima che provochi altri problemi.
Altro nodo: i risarcimenti. Annullare Area C vorrebbe dire dover restituire a tutti i soldi pagati per entrare in centro, dagli abbonati ai singoli ingressi. In quel caso il colpo per i bilanci del Comune sarebbe immenso: non solo ora Palazzo Marino deve fare a meno degli incassi dei mesi estivi (145mila euro al giorno) ma potrebbe rinunciare ai 25 milioni di introiti previsti per il 2012.
Entrando nel merito della sentenza che ha bloccato Area C si scopre che vengono contestate le basi che hanno portato a ideare Area C. I giudici mettono in discussione il fatto che la chiusura del centro sia stata decisa analizzando dati troppo vecchi. E cioè quelli del Piano del traffico messo a punto nel 2003 dalla giunta Albertini. Paradossalmente, ragiona Dattolico, se Area C fosse rimasta una tassa anti smog e non una tassa anti traffico, sarebbe stato più facile far prevalere il concetto di bene collettivo (aria più pulita per la salute di tutti) sull'interesse economico di alcuni. Il sindaco Pisapia, che si dichiara tranquillo sul futuro di Area C, fa notare che «è stata presa una decisione anteponendo l'interesse individuale (ndr, del parcheggiatore che ha presentato il ricorso) all'interesse pubblico. E questo già non mi convince.
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