Da un lato c'è il registro delle coppie di fatto, che si sottoscrive in Comune. Dall'altro c'è il contratto di convivenza, che si firma dal notaio. E che regola sia i rapporti affettivi omo ed eterosessuali, sia quelli tra fratelli che vivono sotto lo stesso tetto o tra amici che decidono di dividere le spese di casa.
Per far capire di cosa si tratta, i notai hanno organizzato un open day, sabato, in cui forniranno consulenza legale gratuita: dalle 9 alle 19 all'Urban center in Galleria Vittorio Emanuele e nella sede del Consiglio notarili in via Antonio Locatelli.
Cos'è un contratto di convivenza? È semplicemente un accordo che mette nero su bianco diritti e doveri sugli aspetti pratici ed economici della vita a due: dalle spese di affitto all'acquisto di beni per la casa, che siano un frigorifero o infissi nuovi per le finestre.
Ogni contratto può essere scritto «a misura» di coppia e può prevedere vincoli sull'eredità, sul mantenimento dei figli avuti da altri rapporti, sull'intestazione di case acquistate prima della convivenza e via dicendo. Si possono anche prevedere doveri diversi a seconda del reddito dei due conviventi o del loro stato di salute.
«Vogliamo dare una risposta - spiega il presidente dei Notai, Arrigo Roveda - a chi vuole tutelare i suoi diritti in quelle forme di convivenza non ancora riconosciute dalla legislazione italiana. Le nuove famiglie in Lombardia sono sempre di più e quindi occorre trovare assetti che garantiscono tutti».
Tra le nuove forme di convivenza, ci sono anche le «famiglie figlie della crisi economica»: quelle tra inquilini, fratelli e sorelle o amici nate solo per alleggerire le spese e tirare fine mese. Il contratto può, a seconda dei casi, contenere anche disposizioni sull'assistenza reciproca, in tutti i casi di malattia fisica o psichica. O istruzioni sul testamento. «In tal proposito - spiega Roveda - aumentano i casi in cui le coppie omosessuali vogliono regolare il proprio rapporto, per non creare equivoci, dopo la morte, con la famiglia di origine di uno dei due».
A dare la benedizione all'iniziativa dei notai è il Comune di Milano, che nel frattempo ha già contato circa 800 coppie iscritte al registro. Per non fare confusione, l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino spiega che «il contratto di convivenza non è in contrapposizione al registro delle coppie. È semplicemente un'opportunità in più, un passaggio ulteriore che regola l'aspetto pratico del rapporto ma non quello civile». Insomma, una coppia può decidere di iscriversi al registro e poi firmare un contratto dal notaio o viceversa. O scegliere solo una delle due opzioni, nella più totale libertà. «L'intento - aggiunge comunque l'assessore - è in entrambi i casi quello di tutelare i diritti di chi convive». Dopo la consulenza gratuita durante l'open day, le neo coppie potranno stipulare i contratti in ogni studio notarile a partire dal 2 dicembre.
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