Forse per distrazione, o eccesso di sicurezza, hanno chiamato lo stesso commerciante «stangato» pochi mesi prima, proponendo l'acquisto di un'auto. L'uomo ha però riconosciuto la voce che aveva trattato un'Audi A/3, pagata con un assegno falso, ed è corso dai carabinieri. Che hanno dipanato il «filo d'Arianna» scoprendo una vorace banda di truffatori capaci di decine di colpi in tutto il nord Italia. Impossibile al momento capire quanti ne abbiano portate a termine, ma si tratta di cifre importanti, per parecchi milioni di euro.
La gang era diretta da due fratelli libanesi Alì e Hussein Zeaiter, 29 e 25 anni, residenti a Cologno dove avevano aperto una discoteca e, naturalmente, una concessionaria d'auto. Parallelamente avevano avviato un secondo «commercio» di vetture e un discreto traffico di cocaina dal sud America. Durante l'indagine verrà anche scoperto mezzo chilo di cocaina purissima. I due giovani però erano specializzati nell'acquisto di auto di media e grossa cilindrata attraverso inserzioni su giornali e internet. Addocchiata l'offerta giusta trattavano al telefono e proponevano il pagamento con assegno. Molti chiedevano le coordinate bancarie, e allora la transazione si interrompeva, altri accettavano.
A questo punto veniva preso l'appuntamento presso un'agenzia abilitata al passaggio di proprietà telematico e qui avveniva lo scambio. Ovviamente il venerdì pomeriggio, in modo che l'incauto venditore poteva accorgersi del raggiro solo al lunedì. Nel frattempo la vettura era sparita e l'acquirente, presentandosi con documenti falsi, risultava un signor nessuno. La macchina, con il libretto contraffatto, era già arrivato a Berlino dove un complice, anche lui libanese, provvedeva a reimmatricolare e rivendere il veicolo.
Un meccanismo che aveva permesso alla banda di mettere a segno un numero impressionante di colpi. Alla fine i carabinieri della compagnia di porta Magenta ne contano 7 a Milano, 4 a Torino, 2 a Brescia, uno a Genova, Bologna, Firenze e Ravenna ma alla fine il conteggio dovrebbe attestarsi attormo alle 80 vetture. I due fratelli infatti potevano contare su una fitta rete di complici, quattro italiani, tre libanesi e tre nomadi più i due egiziani, esperti nella contraffazione di documenti. E chissà quando sarebbero stati scoperti se gli incauti, questa volta, non fossero stati proprio i truffatori. A marzo 2010 infatti contattano un commerciante di Milano già «bidonato» a fine 2009. L'uomo riconosce subito la voce del bandito e si precipita alla stazione di San Cristoforo facendo partire le indagini.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.