I vestiti griffati e le scarpe di alta moda? La soubrette televisiva può dedurli dalle tasse e farsi rimborsare una parte della spesa sostenuta. Il principio viene fissato dai giudici tributari grazie a un ricorso - vinto - da Belen Rodriguez. E d'ora in poi veline e letterine potranno farsi detrarre dalle imposte il denaro impiegato per abiti, cosmetici, accessori, se dimostreranno che li hanno utilizzati per svolgere il proprio lavoro. Esattamente come fanno ad esempio gli avvocati con la toga e - in misura parziale - i direttori d'orchestra con il frac.
La sentenza, la numero 6443 emessa dalla Sezione 40 della Commissione tributaria provinciale di Milano e depositata lo scorso 22 luglio, è riportata da Italia Oggi. Belen è riuscita a documentare che, come libera professionista e imprenditrice di sé stessa, gli abiti le sono indispensabili per il suo mestiere. Non solo. Anche i mobili utilizzati per arredare casa sua vengono riconosciuti come «strumenti» professionali.
La vicenda è nata da un avviso di accertamento emesso dall'Agenzia delle entrate a carico della contribuente Rodriguez. I controllori tributari le contestavano una serie di spese riportata nella casella delle detrazioni della dichiarazione dei redditi. In particolare i rilievi riguardavano appunto l'acquisto di vestiario e mobili. Ma l'artista argentina ha impugnato l'accertamento e la Commissione tributaria le ha dato ragione. Nella sentenza lunga cinque pagine i giudici spiegano che tali costi possono essere scontati dalla tasse nella misura del 50 per cento in base all'articolo 54 comma 3 del Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi, dpr numero 917/86). Belen ha infatti sostenuto e dimostrato di aver indossato gli abiti acquistati a proprie spese per registrare trasmissioni televisive. Come prevedevano i contratti di ingaggio, che richiedevano all'artista di presentarsi già munita di vestiario di sua proprietà. Per la Commissione, la deducibilità di un costo non dipende affatto dal tipo di bene acquistato ma dallo scopo per cui si compra e dal rapporto con l'attività professionale. Basta che le spese sostenute siano proporzionali al fatturato dichiarato.
La detraibilità è parziale e non totale solo perché un vestito può essere usato in modo «promiscuo» dalla professionista. Vale a dire, sia per svolgere il proprio lavoro sia in un contesto privato. Può essere riciclato per altri scopi insomma. Lo stesso vale per i mobili che arredano l'abitazione della showgirl.
Che hanno sì un uso privato ma anche, sempre come documentato dalla contribuente, professionale. La casa è stata infatti impiegata come set per rilasciare interviste, realizzare servizi fotografici e girare video clip. Lo sconto quindi è legittimo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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