La calda estate della Verdi racconta la storia del jazz

Al via la rassegna sulle anime della grande musica afroamericana. Concerti, jam session e fotografia

Mimmo di Marzio

Un'estate da incorniciare, quella che sta partendo all'Auditorium di Largo Mahler con le note dell'Orchestra Verdi. Non soltanto perchè la Sinfonica neodiretta da Peter Flor propone per la sesta volta una stagione ad hoc per luglio e agosto ma anche perchè, fatto inedito, si divide in tre e riscopre il jazz come momento clou del cartellone. Un cartellone che, nel suo complesso, avrà inizio giovedì con l'esecuzione del ciclo completo delle nove sinfonie di Beethoven, evento che manca a Milano dagli anni '80. L'ultimo appuntamento dei 18 previsti andrà invece in scena il 6 settembre.

Il jazz si diceva, anzi «i» jazz, declinati in tutti i principali stili e contaminazioni: è la grande sfida lanciata dal compositore napoletano Sandro Cerino che propone sei appuntamenti (dal 23 luglio al 10 agosto) che raccontano la grande storia della musica nata nella notte dei tempi in quel di New Orleans sulle radici delle tradizioni afroamericane. Ecco perchè «C'era molte volte il jazz» si propone come un appuntamento estivo non soltanto concertistico ma culturale in senso lato. Oltre alle esecuzioni, che spaziano dal «dixie» al ragtime fino alla bossa nova, sarà lo stesso curatore ad introdurre i concerti proponendo filmati, interventi e anche mostre fotografiche dedicate alla grande musica americana. Ospiti dell'Auditorium di Milano saranno professionisti di levatura internazionale: oltre a Cerino e al suo gruppo, la rassegna porterà gli All Stars di Paolo Tomelleri, l'Emanuele Cisi Quartet, il Dilane FerrazSergio Lavia Ensemble, il Daniela Panetta Quartet. Vale la pena di ricordare che il 31 gennaio 1917 la Original Dixieland Jass Band entra negli studi della Columbia per registrare Livery Stable Blues, la prima incisione assoluta di musica jazz: nel 2017 ricorrono infatti 100 anni da quello storico avvenimento.

Ad arricchire il programma, Cerino ha ideato un invito speciale per il pubblico non solo di appassionati del jazz. Un'ora prima dei concerti, infatti, Largo Mahler si animerà con delle jam session che spesso coinvolgeranno gli stessi protagonisti del live in teatro. «Un'idea che poggia le sue basi sulle radici stesse di una musica, il jazz, che nasce nelle strade» dice il compositore. Cerino, che si esibirà il 27 luglio in un concerto dedicato a Charlie Parker e agli anni Quaranta, curerà anche gli arrangiamenti di quattro dei sei concerti: quello del 3 agosto di Daniela Panetta dedicato alla storia delle voci nel jazz, quello del 6 agosto di Dilene Ferraz e Sergio Lavia sul latin jazz, e l'ultimo sul jazz contemporaneo che vedrà la presenza di Ares Tavolazzi. «Curare gli arrangiamenti di ben quattro concerti in stili diversi a tre giorni di distanza è il sogno di ogni compositore» dice Cerino.

A corredare il progetto anche le arti visive, nella fattispecie la fotografia che è legata a doppio filo con il grande jazz. Nei giorni scorsi, LaVerdi ha lanciato sulla pagina Facebook un concorso dedicato a fotografi professionisti e no che avranno la possibilità di proporre i propri scatti a tema jazz. Il concorso, a cura di Cerino e Fabiana Toppia Nervi, resterà aperto fino al 22 luglio, cioè alla vigilia del cartellone. I primi classificati avranno la possibilità di esporre nel foyer dell'Auditorium durante la rassegna e con una mostra antologica nel 2018.

Al termine della stagione estiva, che comprenderà anche una rassegna dedicata alla danza in tutte le sue declinazioni, sarà ancora LaVerdi protagonista di un gran finale: a partire dal Concerto di Ferragosto, dedicato al tango, che vedrà la performance solista del violoncellista argentino Jorge Bosso.

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