Censurata Oriana Fallaci per accontentare la sinistra

Nel documento antiterrorismo da discutere oggi il Pd chiede al centrodestra di togliere il suo nome

Censurata  Oriana Fallaci  per accontentare la sinistra

La bandiera francese in mezzo a quella italiana e a quella europea. La scritta «Je suis Paris» sui monitor dell'aula. E la Marsigliese intonata prima del minuto di silenzio. Il Consiglio regionale della Lombardia ricorda così le vittime degli attentati di Parigi. Ma il vero banco di prova per dire no al terrorismo è la seduta di oggi, in cui l'aula è chiamata a votare un ordine del giorno all'unanimità. In teoria. Sembra scontato che, da destra a sinistra, tutti i consiglieri condannino gli estremismi e la violenza dei fanatici. Eppure i punti interrogativi che pendono sul voto unanime sono parecchi. Uno su tutte: il tema moschee. E poi la censura dei libri di Oriana Fallaci nelle scuole.

Ieri pomeriggio è stato trovato un accordo nella maggioranza di centrodestra sulla bozza dell'ordine del giorno per cercare anche il consenso del Pd. In sostanza, resta l'invito al governo a prendere spunto a livello nazionale dalla legge lombarda che impone regole urbanistiche severe per l'apertura di nuovi luoghi di culto (in particolare le moschee), legge che è stata impugnata da Palazzo Chigi. Non è stata invece inserita la richiesta della Lega di diffondere nelle scuole i libri di Oriana Fallaci, ma sembra ci sia l'accordo politico di intitolare alla memoria della scrittrice una sala del Pirellone. L'ordine del giorno del centrodestra invita anche a stanziare maggiori risorse finanziarie nel settore della sicurezza; a intensificare controlli sistematici e coordinati alle frontiere, a prevedere militari dell'esercito italiano nelle nostre città, a controllo dei luoghi ritenuti maggiormente a rischio di attentati. Sul nodo moschee c'è chi, come Ncd, vorrebbe discutere dell'argomento in un altro momento. E chi, come Fdi e Lega, vuole che la legge lombarda sui luoghi di culto sia trattata subito e riconosciuta come modello per un metodo di lavoro comune a livello nazionale. «Se non sarà così - spiega Riccardo De Corato a nome di Fratelli d'Italia - allora non voterò. I documenti unitari non servono. Se sono trasversali a tutti vuol dire che non dicono nulla. Se entrano nel merito dei problemi allora non sono unitari».

Più morbida la posizione di Luca Del Gobbo, capogruppo del Nuovo centro destra: «Se, di fronte a fatti come quelli di Parigi, non sappiamo dire un no unitario, allora capisco la gente che non va più a votare». Se la versione dell'ordine del giorno risulterà troppo «estrema», il Pd presenterà una versione alternativa. I nodi da sciogliere non sono di poco contro. E non è scontato che venga rispettato l'appello del presidente Roberto Maroni che ha chiesto un «no unanime» al terrorismo. «Mi auguro - spiega il governatore - che al di là delle divergenze su alcuni punti, ci sia l'unità d'intenti di tutta l'assemblea e delle forze politiche qui rappresentate». Per Maroni si tratta di «uno sforzo» per dare un segnale forte: «Le istituzioni rispondono al terrorismo con una voce unica».

Durante il suo discorso di commemorazione, il presidente del Consiglio Raffaele Cattaneo fa appello a «all'unità» delle forze politiche. L'invito è a «non cadere nella trappola di pensare che tutti gli islamici siano terroristi, anche se non dobbiamo ignorare che oggi tutti i terroristi sono islamici».

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