Depressione in crescita tra gli adolescenti E causa altre malattie

Il prof Mencacci: "Se arriva dopo l'infarto, fa aumentare di tre volte il rischio di morte"

Depressione in crescita tra gli adolescenti E causa altre malattie

La depressione ha una forte relazione con molte altre patologie e non solo nel senso che chi è affetto da malattie gravi sviluppa depressione, ma anche perché in chi è depresso cresce il rischio di malattie cardiovascolari, diabete, patologie urologiche, oncologiche, pneumologiche e neurologiche, oltre che di decadimento cognitivo. È uno dei punti principali affrontati a Palazzo Pirelli durante la presentazione di un'indagine di Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna sul tema), di cui è neo presidente del comitato tecnico scientifico il professor Claudio Mencacci. Secondo i dati Oms (2015), in un decennio l'incidenza della depressione è aumentata del 18,4% ed è una patologia che nel mondo colpisce quasi 5 persone su 100, le donne più degli uomini, con un picco tra anziani e adulti.

Con un' inquietante novità: la crescita della depressione maggiore tra adolescenti (12-17 anni) e giovani adulti (18-25 anni). I dati riguardano i trend nazionali degli Stati Uniti e gli episodi di depressione maggiore risultano aumentati dall'8,7% del 2005 all'11,3 del 2014 per gli adolescenti e dall'8,8 al 9,6% per i giovani adulti. «I dati arrivano da Pediatrics e riguardano gli Usa, ma di solito hanno un corrispettivo anche da noi, soprattutto nei Paesi occidentali e nel Sud Est Asiatico».

A spiegare la relazione tra la depressione e le altre malattie è il professor Mencacci, che è direttore del dipartimento di Salute mentale e Neuroscienze al Fatebenefratelli Sacco. Perché altre patologie importanti scatenano la depressione? «Si modifica l'asse ipotolamo ipofisi surrene e vi è un aumento significativo dei glucocorticoidi, più conosciuti come ormoni dello stress o cortisolo. Questi a loro volta stimolano cascate protoinfiammatorie con aumento di alcune specifiche sostanze. Ne cito due: citochine e interleuchine. E i fattori infiammatori sono considerati alla base della stragrande maggioranza di patologie, sia fisiche che psichiche come la depressione».

Un esempio concreto è la patologia cardiaca dopo la quale si sviluppa la depressione. Spiega Mencacci: «Quando noi abbiamo insieme alla patologia cardiaca una correlativa situazione di sviluppo della depressione, la depressione peggiora in maniera significa la qualità della vita e fa diminuire la quantità di vita, sia perché espone a maggior rischi di eventi ischemici, sia perché prosegue l'azione proinfiammatoria, aumenta il danno endoteliale delle arterie, sia perché aumenta l'attività di aggregazione delle piastrine, sia perché indebolisce il funzionamento immunitario». E qui veniamo al discorso più duro da digerire: «Comprendiamo perché la popolazione che contemporaneamente nel post- infarto sviluppa un episodio depressivo maggiore aumenta il rischio di morte di tre volte». Ma perché avviene il meccanismo inverso? Ovvero perché la depressione fa aumentare il rischio di altre patologie? «È lo stesso meccanismo infiammatorio che agisce al contrario. È un rapporto biunivoco. La depressione può facilitare l'insorgenza di altre patologie perché è una malattia biologica sistemica che interessa il sistema cardiaco, endocrino, immunitario oltre che cerebrale. La depressione è un disturbo che chiamiamo psichico ma è una malattia biologica, anche se ha naturalmente forti interazioni ambientali».

Tornando ai dati, la depressione colpisce 1 persona su 4 con malattie reumatiche, quasi 1 malato di tumore su 6 e il 20 per cento di coloro che hanno il diabete. Inoltre, 4 malati su 10 la considerano una conseguenza della malattia primaria e tendono a sottovalutarla.

Infatti, se chi soffre solo di depressione viene seguito nell'83% dei casi da uno psichiatra e segue una terapia psicologica o psichiatrica (72%), tra coloro che soffrono di altre malattie solo 1 su 5 si rivolge allo psichiatra.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica