Il cervello delle donne? Invecchia più lentamente di quello dei nostri cari uomini principalmente grazie all'amigdala, cioè la parte che gestisce le emozioni e trasmette le informazioni all'ippocampo affinché tenga le fila della memoria e sedimenti i ricordi importanti. Così, nonostante lor signori siano dotati di qualche neurone in più (pochi a dire il vero), signore e signorine sono maggiormente intuitive e multitasking, più portate a fare connessioni e in grado di gestire un'abilità sociale e comunicativa che il sesso forte se la sogna. Naturalmente care ragazze scordatevi che vi venga regalato qualcosa: per preservare le performance del nostro cervello - e in particolare della memoria - dobbiamo condurre una vita sia fisicamente che intellettualmente molto attiva. E non qualche volta, ma sempre, o comunque il più spesso possibile. E quindi individuare innanzitutto i cibi più adatti, impegnarci nell'attività fisica, allenare il nostro cervello (che ha lo «sfizio» di svilupparsi per tutta la vita) sensibilizzandolo e dandogli filo da torcere con letture e interessi, infine ridere e socializzare il più possibile per allontanare lo stress, causa principale di tante patologie. «Le donne milanesi e lombarde sono tra quelle che si alimentano meglio - ha spiegato Laura Matteoli, direttore dell'Istituto di Neuroscienza del Cnr all'Humanitas di Milano, a Pisa, Cagliari e Padova - ma la loro incapacità di assumere un atteggiamento veramente positivo verso il cibo deriva principalmente dalla mancanza di tempo, dal vortice di compiti che sono chiamate a svolgere nell'arco della giornata: la base scientifica della saggezza dei nostri nonni sta proprio nel prendersi il proprio tempo».
Tra l'inevitabile soffermarsi sulle diete sbagliate, l'importanza fondamentale dell'alimentazione già durante la maternità e i brutti disturbi della menopausa, il convegno organizzato dalla Fondazione Atena Onlus tenutosi ieri mattina al Padiglione Italia nello spazio Me and We-Women for Expo dal titolo «Donne, cibo e cervello: la mente a tavola-Come preservare la salute del cervello e alimentarne le prestazioni» non solo ha dato una notevole carica al pubblico in sala - una schiera di donne interessate, informate e talvolta dalla risata caustica - ma ha interessato al punto che il tempo a disposizione è volato. Il desiderio forte alla fine era di portarsi a casa i relatori (ma anche la moderatrice, Livia Azzariti e perché no la wonder woman de noantri Milly Carlucci, ndr ) per avere un parere privato e personalissimo su come impostare da domani la nostra vita.
«Non esistono farmaci per la memoria» ha precisato subito il presidente della Fondazione Atena, Giulio Maira, professore di neurochirurgia all'Humanitas di Milano e al Campus Bio Medico di Roma e dichiaratosi favorevole (argomento molto dibattuto) all'uso degli estrogeni in menopausa, mentre ha condannato diete iperproteiche molto pubblicizzate che portano a problematiche renali ed epatiche e alla lunga danneggiano il cervello e il cuore, esaltando invece il ruolo dei carboidrati, della carne bianca, del pane e della marmellata.
Maira ha criticato l'esasperazione del voler mangiar sano a tutti i costi che il presidente della Società italiana di Scienza dell'Alimentazione, Pietro Migliaccio, ha spiegato come una sorta d'ipocondria moderata, detta ortoressia, mentre la psichiatra e terapeuta Laura Della Ragione ha spiegato che, con la magrezza diventata modello di vita, i disturbi alimentari sono aumentati del 300 per cento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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