Solo nei primi due mesi di quest'anno se ne contano già 4.194. Ma sono 110.392 gli immigrati arrivati a Milano e provincia con il meccanismo dei ricongiungimenti familiari rilasciati dalla questura in nove anni, tra 2005 e 2013. E per la Lega è venuto il momento di alzare i paletti, nel mirino non c'è tanto la ricomposizione del nucleo familiare stretto, papà e mamma che riuniscono in Italia con uno o più figli, quanto i ricongiungimenti «a catena» per cui, ipotizza il capogruppo milanese Alessandro Morelli, «uno straniero viene in Italia e fa arrivare sua moglie che a sua volta fa arrivare la mamma, il papà..». E sgombra il campo dalle prediche, «non ci ragioni razziste, ma in un momento di crisi come questo dobbiamo garantire gli aiuti sociali innanzitutto ai nostri cittadini, è già non sono sufficienti». Cita invece la legge: «Il permesso di soggiorno per motivi familiari consente l'accesso ai servizi assistenziali», oltre che l'iscrizione ai corsi di studio e di formazione professionale, alle liste di collocamento e lo svolgimento di lavoro subordinato e autonomo. Cosa serve per portare il coniuge, figli minori (anche del coniuge o nati fuori dal matrimonio), genitori a carico? Lo straniero deve dimostrare di avere un alloggio e un reddito minimo per un importo non inferiore all'assegno sociale, che nel 2014 è valutato dall'Inps in soli 5.818,93 euro, aumentato della metà per ogni familiare da ricongiungere. Tradotto: è sufficiente un reddito di 8.728 euro annui, che può essere raggiunto anche dalla somma dei redditi di quanti convivono (moglie, figli) con il richiedente. Non è tenuto a dimostrare questa disponibilità chi è nel nostro Paese con lo status di rifugiato.
«I criteri - contestano Morelli e il segretario provinciale della Lega Igor Iezzi - sono troppo poco severi. basta un reddito complessivo di 8.728 euro per far arrivare il parente, che a propria volta ne chiamerà un altro, e tutti potranno accedere ai servizi assistenziali. Anzi, molto spesso per i redditi bassi e il numero di figli superano in lista d'attesa i milanesi». E prima i milanesi è lo slogan-simbolo del Carroccio. Vale anche per il lavoro, a questo è dedicato uno dei referendum lumbard la scorsa settimana dal segretario Matteo Salvini.
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